Pericolo sismico e prevenzione: l’Ona ne discute con gli studenti di Montalto
“Terremoto: evento ineludibile. Conoscerlo per conviverci con consapevolezza”. E’ stato questo il tema del convegno organizzato dall’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto) che si è svolto lo scorso venerdì a Montalto Uffugo presso la sede dell’IPSIA-ITI nell’ambito del progetto ambientale Conoscenza e Tutela della Salute Ambientale. Presenti i docenti e tutti gli studenti dell’Istituto premurosi di ascoltare le relazioni degli esperti su questo argomento molto atteso. Nessun rappresentante del comune di Montalto ha partecipato all’evento, compreso il sindaco il quale ha comunicato di non potere essere presente per sopraggiunti impegni istituzionali.
Ha moderato i lavori l’avv. Patrizia Coschignano la quale, prima di presentare i relatori (geol. Francesco Falco ed ing. Giuseppe Infusini), ha illustrando come l’impegno dell’ONA nel campo ambientale stia avendo sempre più successo nel mondo della scuola proprio per la strategia educativa messa in campo, ovvero quella di interessare gli studenti su temi ambientali specifici del proprio territorio, in modo da renderli protagonisti attivi del progetto formativo. Passando al contenuto delle relazioni, il geologo Falco, che ha maturato esperienza presso il laboratorio di sismologia del Dipartimento di Scienza della Terra dell’Unical, partendo dalla deriva dei continenti e dalla struttura della terra, ha spiegato come si originano i terremoti ed il perché l’Italia sia un paese ad alto rischio sismico.
“Un terremoto – ha affermato Falco - allo stato attuale delle conoscenze è un fenomeno non prevedibile”. Nella seconda parte della relazione Falco ha poi illustrato come determinare i parametri utili a caratterizzare un evento sismico". La relazione di Infusini ha invece riguardato il diverso comportamento degli edifici in cemento armato e di quelli in muratura alle azioni sismiche.
Illustrando con il supporto di immagini storiche gli effetti disastrosi dei più importanti terremoti avvenuti in Italia ed anche in Calabria, Infusini ha ribadito come la prevenzione, oggi piuttosto carente in Italia, sia l’unica arma di difesa dai terremoti. “La cultura della conoscenza e della prevenzione dai terremoti si concretizza osservando regole basilari quali: la classificazione sismica del territorio, la corretta esecuzione delle opere, l’adeguamento sismico degli edifici esistenti, la dotazione dei Piani di Emergenza di Protezione Civile, l’informazione alla popolazione e la classificazione del rischio sismico delle costruzioni.
Oggi in Italia, secondo l’Anc e(Associazione nazionale costruttori edili), nelle aree ad elevato rischio sismico vivono circa 22 milioni di persone in 6,2 milioni di edifici i quali presentano un alto grado di vulnerabilità proprio in relazione alla pericolosità della zona sulla quale insistono. "Ad aggravare questo contesto – ha spiegato Infusini – si deve considerare che, oltre alla presenza moltissime costruzioni abusive, prive di controllo sulla loro sicurezza, gran parte dei centri storici sono costituiti da fabbricati realizzati con materiali scadenti e/o in stato di degrado".
"Il percorso per raggiungere l’obiettivo di messa in sicurezza del territorio italiano rispetto al rischio sismico – continua Infusini - è dunque ancora molto lontano soprattutto perché, sebbene siano state emanate nel 2008 le nuove Norme Tecniche per le costruzioni, manca di fatto una politica incentivante il recupero del patrimonio edilizio attraverso interventi di miglioramento e/o adeguamento degli edifici”.