Oliverio ricorda il 25esimo anniversario della strage di Capaci
“Sono passati 25 anni da quel tragico 23 maggio in cui persero la vita, in un vile e tremendo attentato mafioso compiuto nei pressi di Capaci, il giudice Giovanni Falcone insieme alla moglie Francesca Morvillo ed agli agenti della Polizia di Stato Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Sono passati 25 anni da quella tremenda tragedia, ma la memoria di quel sacrificio rimane viva e fortemente radicata nel cuore e nella mente di ognuno di noi e di chiunque coltivi i valori della legalità, della civiltà e della convivenza”.
E’ quanto afferma, in una nota, il Presidente della Regione, Mario Oliverio, ricordando il 25esimo anniversario della strage di Capaci.
“Tante cose - prosegue Oliverio - sono state scritte e dette in questi 25 anni, ma ciò che rimane, su tutto, è l’esempio di un uomo, di un magistrato che è morto in nome della giustizia. Il nostro compito è quello di non dimenticare e di trasmettere questo messaggio ai giovani, alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi che, a loro volta, dovranno far vivere e camminare le idee e gli ideali di uomini come Falcone e Borsellino sulle loro gambe, facendo ognuno la propria parte e moltiplicando gli sforzi per combattere e sconfiggere definitivamente la criminalità, l’illegalità, il malaffare, la corruzione, in una parola la negazione di un futuro libero e sicuro per i cittadini”.
“Sconfiggere la mafia - aggiunge il Presidente della Regione - oggi è possibile. Nel nostro Paese e nella nostra regione ci sono uomini dello Stato, forze dell’ordine, agenti di polizia e rappresentanti delle istituzioni, a cui rivolgo il mio ringraziamento sincero per i sacrifici che spesso devono affrontare per combattere la criminalità organizzata, che sono quotidianamente in trincea e rischiano la vita. Ci sono imprenditori, studenti, forze sociali, uomini e donne che in questa regione rappresentano la maggioranza e che vivono, lottano e combattono quotidianamente per opporsi ad ogni forma di illegalità e di violenza. Ad esse devono guardare la politica e le istituzioni, affiancando e sostenendo i loro percorsi”.
“A questo modello – ha detto ancora il governatore - abbiamo improntato e vogliano continuare ad improntare la nostra azione di governo dando noi, per primi, l’esempio e favorendo il dibattito, l’informazione, la conoscenza diretta, soprattutto fra i giovani, di un fenomeno sfregia l’immagine della nostra terra e blocca e qualsiasi iniziativa di crescita e di sviluppo”.
“Abbiamo scelto di farlo – conclude il Presidente della Giunta regionale - nella consapevolezza che tutto questo serva ad opporre significative barriere a difesa della memoria di quanto si è saputo costruire per la democrazia e la giustizia e per quanto ancora bisognerà fare per liberare il Paese e la Calabria dalla piaga purulenta della violenza, della criminalità e del malaffare”.