Siulp: concluso il progetto “socialvirus io conosco"
Si è concluso qualche giorno fa il progetto "socialvirus io conosco" portato avanti nelle scuole dal Siulp Catanzaro e Vibo, da Adiconsum Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, dalla Cisl scuola Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, dalla FNS Cisl Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e e patrocinato dalla UST CISL di Catanzaro-Crotone e Vibo Valentia. Un progetto che ha avuto come scopo quello di far conoscere e toccare con mano il fenomeno dilagante del cyber bullismo di cui sempre più ragazzi sono vittime e ne subiscono le amare conseguenze. Gli incontri, in tutto 7, hanno visto la partecipazione di oltre 1.500 gli alunni di scuole medie e superiori, 100 tra docenti e dirigenti oltre che esponenti della medicina, della psicologia, del mondo associazionistico, che a vario titolo sono stati coinvolti nell’affrontare un tema così delicato. Un ciclo di incontri che ha visto associazioni e sindacato lavorare in sinergia sempre più a difesa della gente, in questo caso degli adolescenti.
«L'ultimo appuntamento - dichiara Carmelo Lufrano, segretario provinciale Siupl Catanzaro - è stato il 17 maggio a Davoli, in concomitanza con l’emanazione definitiva del testo di legge che finalmente identifica la fattispecie del reato del bullismo telematico, prevedendone specifiche pene per chi conduce la condotta illecita nei confronti del minore. Un grande risultato, soprattutto visto l'ultimo fenomeno dilagante del "blu whale" che bufala o meno non possiamo certo ignorare. La normativa prevede che proprio le scuole diventino punto di riferimento principale per tutta una campagna formativa e informativa del fenomeno, sia come prevenzione proprio rivolta ai ragazzi, e sia come strumento di supporto per i docenti che oggi, purtroppo, sempre più spesso si ritrovano situazioni di bullismo tra i banchi delle scuole. È per noi doveroso, aiutare i docenti a capire i primi segnali di pericolo,ma sopratutto abbiamo parlato ai ragazzi senza usare filtri, senza schemi e con coraggio, lo stesso che ci devono mettere loro a denunciare».