Il dopo “voucher”, Cgil: dal Governo un imbroglio per i cittadini
“Il Governo sta mettendo in piedi un vero e proprio imbroglio nei confronti dei cittadini, riproponendo i voucher sotto mentite spoglie. Dopo la battaglia portata avanti dalla Cgil ed il successo della raccolta firme della proposta di referendum abrogrativo, la maggioranza inventa il ‘dopo voucher’ e lo inserisce subdolamente in un emendamento alla manovra correttiva”.
A sostenerlo è la Segreteria della Cgil di Reggio Calabria-Locri spiegando che dopo l’iniziativa della stessa Sigla l'Esecutivo aveva abolito “uno strumento che – afferma il sindacato - si era rivelato diabolico nel contrarre all'osso i diritti base dei lavoratori, impegnandosi a un confronto con le organizzazioni sindacali di cui, però, non si è visto traccia”.
Ma per la Cgil la riproposizione attraverso un emendamento in Commissione Bilancio al Senato dei buoni lavoro testimonierebbe che il Governo abbia abolito i voucher solo per paura dell'esito del referendum abrogativo; “quindi – viene sostenuto - solo per ragioni di mera sopravvivenza politica dell'attuale maggioranza, che difficilmente avrebbe retto ad una nuova batosta in stile “4 dicembre”, con l'unico obiettivo di non fare votare i cittadini”.
Per il sindacato ne scaturisce “un chiaro problema di agibilità democratica di fronte alla quale la Cgil si attende una sollevazione quanto meno di parte della maggioranza. E' evidente che una manovra tesa a correggere i conti non possa divenire l'occasione per proporre emendamenti gattopardeschi, che nulla hanno a che vedere con la materia in oggetto.
La strada tracciata per il “dopo voucher”, nonostante preveda dei paletti sia per i datori di lavoro che per i dipendenti, per la Cgil è assolutamente impercorribile e rappresenta una clamorosa presa in giro della Consulta e di milioni di italiani che hanno sottoscritto la proposta di referendum che puntava ad abolire uno strumento di lavoro tanto povero quando diffuso. Pertanto la nostra organizzazione sindacale è pronta a condurre una nuova battaglia a tutela dei lavoratori”.
La Cgil ribadisce poi che le norme per il lavoro stagionale esistono al pari di quelle per il lavoro a termine o temporaneo. “Legiferare ancora una volta in dispregio degli imprescindibili diritti dei lavoratori – sostiene - è il sintomo di un sistema malato e di un Parlamento indegno del proprio ruolo. Il mercato del lavoro per ripartire non ha bisogno di forme umilianti di precarietà, ma necessita di un governo che si batta concretamente per la crescita attraverso investimenti e l'abbassamento del costo del lavoro e di imprese responsabili delle scelte che fanno in termini assunzionali”.