Aggressione 25 aprile a Catanzaro, martedì requisitoria
Martedì prossimo la pubblica accusa procederà alle richieste di condanna nel processo a carico di undici catanzaresi accusati di aver fatto parte di una "associazione a delinquere" dedita a "commettere una serie indeterminata di delitti di lesioni personali, violenze private, porto ingiustificato di oggetti e strumenti atti a offendere, minacce e ingiurie ai danni di esponenti di organismi politici e sociali propugnanti ideologie di sinistra o comunque contrarie a quelle, di estrema destra, propugnate dagli indagati". A quasi due anni e mezzo di distanza dalla data di rinvio a giudizio, infatti, oggi davanti al tribunale collegiale di Catanzaro, dopo l'audizione degli ultimi testi della difesa si e' chiuso il dibattimento, e poi tutto è stato rinviato a giorno 30 novembre per la requisitoria del pubblico ministero, le arringhe dei difensori, e la sentenza. Quello stesso giorno i giudici decideranno se ammettere l'acquisizione di documenti chiesta oggi dall'avvocato Alessio Spadafora, il quale aveva fatto istanza anche di ascoltare ulteriori testimoni, incontrando però il diniego del tribunale. Il processo e' scaturito da noti fatti di cronaca locale, come l'aggressione ai danni di alcuni giovani avvenuta durante la manifestazione del 25 aprile 2004, che diede vita ad un'inchiesta in cui, via via, furono ricompresi ulteriori episodi di violenza avvenuti a Catanzaro. Un processo in cui e' proprio la contestazione di associazione a delinquere a tenere l'impianto accusatorio al riparo dalla prescrizione, incombente per gli altri reati ipotizzati. Fu il gup Antonio Battaglia, il 25 giugno 2008, a mandare alla sbarra: Antonio Alfieri, 29 anni, Savino Bagnato, 62, Valerio Bagnato, 25, Massimiliano Cefali', 27, Giuseppe Celi, 33, Carmelo La Face, 32, Vincenzo Marino, 31, Antonio Martino, 26, Francesco Martino, 32, Stefano Mellea, 29, Gennaro Santillo (nel nutrito collegio difensivo compaiono gli avvocati Nicola Lembo, Piero Mancuso, Raffaele Fioresta, Antonello Fioresta, Bernardo Bordino, Saverio Loiero, Gregorio Viscomi), chiamati a rispondere di una lunga serie di accuse mosse loro, a vario titolo, dal pubblico ministero Salvatore Curcio, che avanzo' la richiesta di rinvio a giudizio sulla scorta delle investigazioni effettuate della Digos a seguito di distinti episodi.