Lamezia, concluso il pellegrinaggio della Comunità del Carmine a Paravati
A conclusione delle attività previste nella programmazione pastorale, la comunità parrocchiale Beata Vergine del Carmine di Lamezia Terme ha realizzato un pellegrinaggio scegliendo come meta l’ambiente in cui Natuzza Evolo è nata e vissuta. Centinaia di fedeli, accompagnati dai parroci don Gigi Iuliano e don Pino Latelli e dalla responsabile del Cenacolo di preghiera Pina Molinaro, sono partiti da Lamezia nel primo pomeriggio di martedì scorso a bordo di pullman granturismo.
Accolti con entusiasmo da don Pasquale Barone, solerte e attento testimone del mistero di Natuzza e da Padre Michele Cordiano, i pellegrini, dopo la recita del Santo Rosario, hanno sostato in preghiera davanti alla tomba di Natuzza. “Il pellegrinaggio a Paravati, interpretato come un vero e proprio percorso di fede, ha consentito ai fedeli - ha sottolineato don Pino Latelli - di andare alla scoperta di un donna che ha dato se stessa a Gesù e alla Madonna e che ha dedicato la sua vita agli altri dando conforto e speranza ai sofferenti”.
“La preghiera, il saper ascoltare le sofferenze degli altri e la dimensione della croce: sono i tre aspetti nei quali cogliamo la spiritualità di Natuzza – l’ha detto don Gigi Iuliano durante la messa - la sua vita si è svolta nella preghiera e nel portare la croce quotidiana portando nel suo corpo la passione stessa di Gesù”. Nel corso della meditazione don Pasquale Barone, direttore spirituale di Natuzza, ne ha tratteggiato alcuni importanti connotati. “Natuzza – ha detto don Pasquale - non è mai andata a scuola e non sapeva leggere né scrivere ma era ricca di fede e di sofferenza. Posso testimoniare anche che era più preparata di me in quanto la sua maestra è stata la stessa Madonna. Mamma Natuzza è davvero “la pietra scartata dai costruttori” che è diventata “una meraviglia ai nostri occhi”. Natuzza, per la quale è in corso la causa di beatificazione, prima della dipartita, ha lasciato un messaggio che commosse il mondo: “Rinnovo il mio amore per tutti. Vi assicuro che non abbandono nessuno. Voglio bene a tutti”.
Don Barone si è soffermato poi su due aneddoti personali: “Un giorno io le dissi “Signora, ogni volta che penso a voi, mi sembra di vedere un sacco dove ognuno viene a buttare dentro la sua parte di spazzatura”. Natuzza puntualizzò nella sua risposta: Don Pasquale, voi vi sbagliate! Io non sono un sacco! Peggio!... Io sono il bidone della spazzatura”. Ed ancora quando fece riferimento alla situazione complessiva del suo stato di salute sempre precario soprattutto nel corso della settimana santa: “Don Pasquale io sugnu 'na grasta rutta! Di questa sua conformazione a Cristo crocifisso ne ha portato i segni: le stimmate. La sua spiritualità era legata al Crocifisso, all’Eucarestia e alla Madonna. Natuzza lascia una grande eredità: la sua testimonianza cristiana, i cenacoli di preghiera presenti anche all’estero, il suo testamento spirituale. La sintesi della sua vita spirituale – ha concluso il sacerdote - la troviamo scritta sulla sua tomba: Non cercate me. Alzate lo sguardo verso Gesù e la Madonna. Io sono con voi e prego: è un programma di vita per tutti i cristiani”.