Lamezia. Barberio: “Il Pd non entra in nessuna Giunta”

Catanzaro Politica
Tonino Barberio

"All'indomani delle dichiarazioni del gruppo del PD in consiglio comunale e delle altre esternazioni di iscritti al mio partito faccio non poca fatica a capire cosa significhi l'invito al Sindaco ad un ‘maggiore coinvolgimento di tutte le forze politiche’ nell'attuale momento di crisi e nel pericolo di uno scioglimento per infiltrazioni ndranghestiche. Mi auguro che una commissione di accesso non arrivi mai alla Casa comunale, ma mi pare che qualcuno abbia le idee confuse oppure tenti di confonderle a chi come me sia profondamente amareggiato per l'attuale situazione".

È quanto scrive Tonino Barberio già segretario cittadino del Pd di Lamezia Terme e dirigente provinciale. "I consiglieri del PD - continua Barberio - hanno spiegato che non intendiamo entrare in una ‘nuova giunta ma chiediamo un Organo Amministrativo che possa essere sostenuto da tutto il consiglio sotto ogni profilo’. Mi pare che sia una non posizione e che qualcuno ritenga di poter strumentalizzare il tutto e nascondere la testa nella sabbia pur di arrivare al grande ‘accurdune’ che prescinde purtroppo dal giudizio politico sull'andamento dell'attuale amministrazione, per motivi che non oso immaginare al di là delle legittime aspirazioni e l'esigenza di portare a termine pratiche amministrative importanti come l'adozione del PSC”.

Per il segretario del Pd cittadino, allora, “è meglio fare chiarezza – dice - e capire che sono necessari alcuni passaggi fondamentali prima di lasciarsi andare a voli pindarici e a passi più lunghi della gamba che rischiano di impantanare tutti, anche i più ingenui, sotto il diluvio di un ennesimo sciagurato e non voluto scioglimento. Il primo passaggio più tecnico che politico non spetta certo al PD o al consiglio comunale, ma è di competenza del Governo capire se l'attuale assise consiliare e la giunta nell'agire amministrativo siano o siano stati sinora scevri anche indirettamente da ogni tipo di condizionamento mafioso”.

“Personalmente – aggiunge - di fronte anche solo al pericolo di una tale evenienza non esiterei a dimettermi e ad andare a nuove elezioni. Su questo, ebbene chiarirlo a tutti, il Partito Democratico non può fare più nulla, perché ha già fatto bene la sua parte a tempo debito candidando ed eleggendo nelle sue liste persone pulite che non devono rendere conto a nessun gruppo di potere criminale e non”.

Chiarito questo primo passaggio per Barberio, poi, resta un nodo politico “che a questo punto – sostiene - non può che coinvolgere il livello regionale e nazionale del partito”. In sostanza per il dirigente Pd bisognerebbe verificare se la crisi si sposta dal piano tecnico al piano politico e quale possa essere il contributo delle forze di opposizione, in primis del PD, in un governo della città che, suo dire “definire ingessato è un eufemismo”.

“Nell'uno e nell'altro caso – spiega - personalmente opterei ad andare a nuove elezioni ma non tutti credo abbiano la libertà e la volontà di farlo. Piuttosto mi permetto di suggerire ai consiglieri democratici che l'auto sospensione dal ruolo e la diserzione dalla partecipazione al consiglio fino al chiarimento del primo passaggio tecnico mi pare un comportamento politicamente ed eticamente ineccepibile. Sinceramente coglierei un consiglio simile”.

“Dopodiché – aggiunge il segretario del Pd Lametino - è chiaro che al tempo delle continue transumanze, ed in caso di crisi politica delle maggioranza, fatte le valutazione del caso, se il partito a tutti i livelli decide di rimanere fuori da un possibile governo delle larghe intese, ogni consigliere che non si riconosca in questa scelta può decidere di lasciare il gruppo PD e ed entrare in un gruppo di maggioranza senza scandalo per nessuno. In fondo – conclude Barberio - anche di recente personalità politiche di livello nazionale hanno dimostrato che far parte dei democratici significhi soprattutto avere la libertà di levare il disturbo in caso di imbarazzo".