In scena “l’assedio di Petelia”
La Pro loco di Strongoli, in collaborazione con i gruppi teatrali, le parrocchie, ed il patrocinio del comune di Strongoli ha esposto la rappresentazione “l’assedio di Petelia”, dramma storico in tre atti scritto da Giovino Iannotta, che ha visto la cittadina protagonista della seconda guerra punica nel 209 a.c. Le scene rese ancora più affascinanti grazie al suggestivo castello, la musica è stata a cura di Alfredo Cortese, grandiosi i coristi e gli attori tra questi citiamo: Caio Megonio, patrono della città, interpretato da Roberto Apa; Eusèbia, moglie di Caio Megonio, da Carmelina Scida; Conio, decurione, Leonardo Zito, Pellènio, decurione, da Luigi Zito; Alcìno, decurione, Mario Vetere, Eidùbio, decurione, Luca Caputo; Minàto, decurione, Oreste Falcone; Crizio, decurione, Tonino Zito; Paràgora, decurione, Salvatore Fazio; Ausònio, decurione, Vincenzo Calà; Apollonio, comandante dell’esercito, Vincenzo Mauro; Onàta, ambasciatore, Attilio Sculco; Diodèmo, condottiero, Sergio Bruno.
La trama si dipana sul tema portante della fedeltà mostrata da Petilia alla città di Roma, e sulle imprese storiche di Annibale il cartaginese, che dopo avere sconfitto i Romani nella disastrosa battaglia di Canne, cercava di conquistare il territorio e le città dei Lucani e dei Bruzi con l'intento di ottenere l'alleanza contro i Romani, per facilitare l'eventuale impresa contro Roma. Dopo una serie di peripezie si riunisce il consiglio degli ottimati e all'unanimità, con l'accordo di tutti, plebe compresa, si decise di radere al suolo Petelia con ogni mezzo, primo fra tutti il fuoco, piuttosto che consegnare la città ad Annibale.
Hanno contribuito le coriste: Annalisa Adamo, Teresa Benincasa, Teresa Colombraro, Enza Feudale, Francesca Iannotta, Lucrezia Le Rose, Zina Lo Bello, Beatrice Mammolenti, Diana Miglio, Antonella Puma; la Regia di Oreste Falcone; la scenografia di Gianni Bova, Salvatore Rossano e Mario Vetere; il tecnico del suono Giorgio Caputo; la Costumista: Francesca Lopilato; il grafico: Mario Vetere.