Riunione sull’operazione “Fitti zero”, emerse numerose criticità
A Reggio sono state oggetto di contestazione gli “open space” ritenendo che, per assunte ragioni di “privacy”, agli spazi aperti e condivisi siano da preferire stanze più riservate in quanto chiuse allo sguardo pubblico. A Vibo, nonostante l’accordo formalmente raggiunto con l’Aterp, non si è potuto avviare i lavori per l’opposizione manifestata, proprio oggi, dai lavoratori della stessa Aterp, i quali ritengono di avere bisogno della disponibilità dell’intero palazzo già, a suo tempo, oggetto di varie osservazioni critiche proprio per il costo oneroso dell’acquisto e per le stesse dimensioni. A Cosenza, le difficoltà derivano dal fatto che alcune strutture hanno provveduto, autonomamente e senza alcun coordinamento, a progettare le sistemazioni, trascurando di considerare che i processi di allocazione del personale e di redistribuzione degli spazi non possono che essere frutto di un’azione congiunta. A Crotone, si è in attesa di una decisione finale dell’Amministrazione provinciale, avendo la volontà di restare nel centro cittadino, contemperando, ovviamente, tutte le altre esigenze.
Sono solo alcune delle criticità emerse nel corso di una riunione al dipartimento regionale “Organizzazione e Personale, Settore Economato”, per fare il punto sullo stato di attuazione del progetto “Fitti zero”. “Va da sé – scrive il Dipartimento “Organizzazione e Personale” - che toccare interessi economici consolidati produce sempre delle resistenze e che queste resistenze si muovono sempre per vie traverse. Ad esempio, gli open space, in uso ormai in molti uffici pubblici ed anche alla Cittadella, sono una (sia pure piccola) garanzia di trasparenza dell’azione amministrativa, la cui introduzione non impedisce, ove necessario, di installare più ampi e comuni piani di lavoro idonei a consentire di lavorare su fogli progettuali anche molto ampi, ove ciò sia ancora necessario considerato l’uso ormai diffuso dei sistemi informatici. Ed ancora non si comprende perché alcuni dipendenti abbiano atteso l’arrivo della ditta dei lavori per bloccare una attività di ristrutturazione nota da tempo ed oggetto di convenzione formale con i vertici stessi dell’Aterp unica.
“Per altro, c'è da chiedersi chi sarà responsabile del danno erariale per il ritardo nell’esecuzione del contratto con la ditta interessata. C’è da chiedersi ancora quale siano o siano state fino ad oggi le attività svolte negli spazi destinati al personale regionale ed oggi, con inusitato tempismo, rivendicati dal personale già presente. Ed ancora non si riesce a comprendere, al di là delle supposizioni che molti pure maliziosamente suggeriscono ma che certo non possono corrispondere al vero, perché da tutte le parti vi è una diffusa resistenza ad abbandonare immobili variamente dislocati per essere allocati in immobili unici, a contatto di gomito con gli altri dipendenti, in presenza di unitari e funzionanti sistemi di rilevazione delle presenze”. A conclusione della riunione è stato ribadito che, comunque, l’operazione “Fitti zero” non é in discussione e non può essere fermata dal momento che essa non è fatta contro qualcuno ma a favore dei lavoratori che vogliono lavorare operosamente e che hanno diritto a spazi idonei ed a favore dei cittadini calabresi, “i cui soldi quotidianamente sudati con la fatica – conclude il documento - non possono essere regalati a pochi detentori di rendite immobiliari”.