Donna morta dopo parto a Catanzaro, per i periti sanitari non hanno colpa
"Ogni responsabilità dei sanitari intervenuti è da escludere. Non ci fu colpa medica, tutto fu regolare". Questa la conclusione cui sono giunti i due periti nominati dal giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro, Emma Sonni, nel procedimento a carico di quattro medici ed un'ostetrica dell'ospedale di Soverato-Chiaravalle (Catanzaro) accusati di omicidio colposo a seguito del decesso di una giovane mamma, spirata dopo otto giorni di agonia all'ospedale "Pugliese" del capoluogo di regione, dove era stata ricoverata a seguito delle complicanze seguite al parto, avvenuto nel nosocomio di Soverato. Oggi nel corso dell'udienza preliminare i periti sono stati sentiti lungamente, soprattutto per via dell'incalzante intervento dei legali di parte civile - gli avvocati Nando Citraro ed Emilio Vitaliano per i familiari della donna morta, ed Arturo Bova e Antonio Lomonaco che rappresentano il marito rimasto vedovo, Antonio Zaccone, 40enne di Borgia - evidentemente non convinti dell'esito della perizia, che contrasta con quello della consulenza di parte. Infine il giudice ha rinviato al 17 gennaio per le discussioni e la decisone finale sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura. E' stata il sostituto procuratore Alessia Miele a chiedere che vengano mandati sotto processo i cinque indagati coinvolti nella drammatica vicenda della giovane Giulia Loiarro, nativa di Girifalco e residente a Borgia (Catanzaro), spirata a 31 anni il 3 settembre del 2005. Dopo oltre quattro anni, il pubblico ministero ha concluso che Giulia Loiarro sarebbe morta per via della negligenza, imprudenza e imperizia dei quattro medici e dell'ostetrica (gli avvocati degli accusati sono Aldo Casalinuovo, Giancarlo Pittelli, Domenico Pietragalla, Francesco e Giuseppe Ugo Tiani, e Silvana Aversa), ma per adesso la tesi è stata smentita dai periti del giudice.