Graziano: fusione, incomprensibile mutismo del sindaco di Corigliano
“Dispiace constatare l’atteggiamento gattopardesco del Primo cittadino della comunità più grande e che dovrà essere protagonista di questo grande progetto di sviluppo per la Calabria e per il comprensorio della Sibaritide. Proprio come l’uomo che guarda, dal buco della serratura, cosa avviene oltre la porta, nel totale silenzio e senza avere il minimo sussulto. Perché? Cosa si cela dietro questi silenzi? Qual è il disegno? I cittadini di Corigliano e Rossano devono sapere come intende posizionarsi il Sindaco rispetto al Referendum. Soprattutto dopo le chiare dichiarazioni rilasciate dall’ex assessore al bilancio Antonello Gianzi, che ha richiamato alla necessaria sovranità delle due comunità sulle vicende della fusione, e dopo il ricorso al Tar Calabria, strumentale e infondato (a proposito, il paragone al caso di Fano è del tutto inappropriato), presentato, tra gli altri, dal consigliere di maggioranza, Angelo Caravetta, fedelissimo di Geraci e tra i favorevoli all’atto deliberativo del Consiglio comunale di Corigliano sull’iter di unificazione delle due Città dell’Area urbana”.
È quanto afferma il Segretario questore del Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, firmatario e proponente della proposta di Legge regionale sulla fusione di Corigliano-Rossano, sollevando la questione politica interna all’Amministrazione comunale di Corigliano nonostante il fermento e la grande partecipazione che in queste settimane e negli ultimi giorni, in particolare, sta interessando le due Città della Sibaritide in cammino verso il Referendum consultivo della prossima domenica 22 Ottobre.
“Il cammino verso la fusione di Corigliano-Rossano – dice Graziano – continua ad assumere sempre più i contorni di una storia tolkieniana con sovrani chiusi nelle loro torri che hanno demandato il proprio ruolo di guida ai consiglieri di coorte, mentre il popolo attende risposte e quella carica giusta per costruire il proprio avvenire. Qualcuno ha ingessato il sovrano! C’è, però, una differenza sostanziale tra la leggendaria Rohan e la reale Corigliano: qui non ci sono sudditi ma persone che hanno capacità di discernimento e quella volontà, ormai palpabile in ogni angolo dei due comuni, di avviare un radicale cambiamento alle sorti di questo territorio”.
“Come ho avuto modo di ribadire anche in altre occasioni – precisa il Segretario questore del Consiglio regionale – e che bene ha saputo sintetizzare nei giorni scorsi Antonello Gianzi, già membro autorevolissimo della Giunta comunale in un periodo difficile dell’era Geraci, il progetto di fusione è anche un processo di sovranità culturale dei cittadini coriglianesi e rossanesi che da soli ed in totale autonomia sceglieranno sul loro futuro”.
“Certo, la politica da sempre – aggiunge Graziano – deve assumersi la responsabilità delle scelte. Soprattutto quando è in gioco la sopravvivenza ed il futuro dei cittadini. I silenzi non sono ammessi. Ancor meno è permesso ad un politico o, in questo caso, ad un’istituzione demandare il proprio pensiero a tecnici e burocrati che molto spesso, così come nella fattispecie del progetto di unificazione di Corigliano e Rossano, sono influenzati da logiche esterne a questo territorio”. “Caro Sindaco Geraci, questo non va bene” sbotta Graziano rammentando che “glielo hanno ricordato nei giorni scorsi i suoi cittadini e finanche un suo ex assessore. Ma glielo ricorda anche l’atto di impulso del Consiglio comunale di Corigliano alla fusione, approvato da lei e da alcuni consiglieri della sua maggioranza che oggi si ritrovano a contrastare questo processo. Da cosa deriva questo repentino cambio di posizione? Lo stesso che abbiamo riscontrato anche nella sua relazione di metà mandato che lesse in Consiglio comunale con a latere un tecnico fiduciario ed un assessore esterni che da sempre contrastano il progetto della fusione”.
“Così come vorremmo sapere – aggiunge - qual è la linea di coerenza che ha suggerito ad alcuni consiglieri di maggioranza, favorevoli alla delibera del febbraio 2016, a ricorrere al Tar Calabria per sollevare una presunta e non giustificata anticostituzionalità dell’iter referendario. Non è che per caso l’ormai atavico mutismo del sindaco Geraci sulla questione e la recente e maldestra presa di posizione di qualche suo consigliere comunale rientrano nel disegno di qualche regia occulta? Attendiamo risposte, perché – conclude Graziano - a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre si indovina.