Provincia Cosenza, approvato il piano di dimensionamento scolastico
Il Consiglio Provinciale di Cosenza, presieduto da Orlandino Greco, ha approvato a larghissima maggioranza, con il voto a favore anche dei gruppi d’opposizione e con il solo voto contrario del Consigliere provinciale Ernesto Clausi, capogruppo di “Alla Provincia con Pino Gentile” e con l’astensione del Consigliere Giovanni Pirillo (Partito Democratico), che ha motivato il suo voto con il fatto che è anche vice sindaco del Comune di Longobucco, il Piano di dimensionamento scolastico provinciale. L’Assemblea, che prevedeva quest’unico punto all’ordine del giorno, si è aperta con l’intervento del Consigliere Provinciale Giuseppe Giudiceandrea (Sinistra Ecologia e Libertà) che ha espresso solidarietà ai lavoratori di un call center di Rende licenziati nei giorni scorsi e alla protesta degli studenti dell’Università della Calabria contro la Riforma Gelmini. Subito dopo ha preso la parola l’assessore alla Cultura, Maria Francesca Corigliano che, dopo aver ringraziato per la preziosa e paziente collaborazione gli uffici provinciali e, in particolar modo, la dirigente del Settore "Cultura e Pubblica Istruzione", dottoressa Gatto, la responsabile del Servizio, dottoressa Giardini e il dott. De Bernardo per il lavoro svolto, ha illustrato i passaggi, il metodo ed i criteri attraverso cui si è giunti alla formulazione della proposta finale del Piano di Dimensionamento Scolastico Provinciale. “Il Piano -ha detto, tra l’altro, l’assessore Corigliano- è stato elaborato assumendo criteri generali, nel rispetto della normativa di riferimento e tenendo sempre in considerazione le peculiarità del territorio provinciale, che conta ben 118 comuni montani su 155 e vanta, tra i propri giacimenti culturali la presenza di ben 21 comunità arberesche e di una comunità occitana. La linea di principio generale è stata quella di tutelare il diritto alla scuola di tutti. E quando parlo di diritti, mi riferisco alla possibilità di frequentare regolarmente per esercitare nel migliore dei modo il diritto-dovere all’apprendimento. Il primo criterio che abbiamo assunto è il rispetto delle proposte e delle indicazioni dei sindaci. Un sindaco è il migliore conoscitore del proprio territorio. Ne recepisce le istanze, ne conosce le potenzialità e le vocazioni e, per quanto riguarda l’istruzione obbligatoria, ha competenza diretta sull’edilizia scolastica e sull’erogazione dei servizi. Pertanto, relativamente alla scuola primaria e secondaria di primo grado, nel rispetto delle prerogative attribuite ai sindaci dalla normativa vigente, sono state interamente recepite le delibere di Giunta. Per quanto riguarda l’istruzione media di secondo grado, la Provincia ha esercitato le proprie prerogative, tenendo in considerazione i pareri dei Sindaci, quando non in conflitto con l’interesse generale. Il secondo criterio è la salvaguardia dell’autonomia scolastica. Il mantenimento delle autonomie esistenti nel territorio provinciale è importante per due ragioni, una di carattere più propriamente sociale e l’altra di carattere socio-culturale e pedagogico. Rispetto alla prima mi limito a dare un dato: per ogni autonomia soppressa si perdono quattro posti di lavoro. E questo, in un territorio già costretto a subire i tagli e le economie di stato, sarebbe stato un sacrificio duro da sostenere. Ma non meno importante è la seconda ragione. Perché l’autonomia si declina in termini di organizzazione (tempi e spazi) di gestione delle risorse finanziarie, di valorizzazione delle risorse umane, di progettualità didattica, di rapporto con gli Enti Locali, di possibilità di costruire reti. L’autonomia consente di offrire risposte che, nel rispetto dei programmi nazionali, intercettano i bisogni cognitivi, culturali e sociali e valorizzano le risorse locali, nell’ottica pedagogica del territorio assunto come aula decentrata. Per queste ragioni abbiamo deciso di chiedere il mantenimento dell’autonomia in deroga e gli istituti di istruzione superiore dei Comuni montani e dei Comuni di minoranza linguistica per come previsto dal D.P.R. 233/98. Per ogni ambito territoriale, abbiamo inoltre assunto il criterio del rapporto tra numero complessivo degli alunni frequentanti e il numero delle autonomie richieste. Assumiamo inoltre una visione estensiva e non restrittiva della normativa vigente, laddove il D.P.R.233/98 all’Art. 2 comma 2 si evidenzia che gli indici numerici stabiliti per il mantenimento dell’autonomia. Sono termini di riferimento che gli Istituti devono “di norma” non imperativa, ma indicativa. Infine, si fa riferimento alla concessione di deroga automatica prevista dal già citato D.P.R. art. 2 Comma 7 per le province il cui territorio è almeno per un terzo montano e nella provincia di Cosenza lo è per il 90%. Sulla base delle suddette motivazioni, nel piano abbiamo chiesto il mantenimento di tutte le autonomie esistenti e la presenza di un presidio scolastico anche nelle frazioni, anche nei piccoli Comuni, anche laddove la parsimonia miope vorrebbe che le scuole si chiudessero”. Il Presidente della Provincia, on. Mario Oliverio, al termine del dibattito in cui sono intervenuti il Presidente della Commissione Cultura, Michele Fusaro, che ha ricordato anche il regista Mario Monicelli, e i Consiglieri provinciali Vico, Antoniotti, Clausi, Aieta, Pirillo, Rosa, De Vincenti, Rapani e Magorno, ha espresso grande soddisfazione anche per il voto a favore dei gruppi dell’opposizione. “Questo Piano –ha detto Oliverio- è il risultato di un metodo che ci ha sempre ripagato e che è figlio dell’ascolto e della concertazione. In un momento in cui sia a livello nazionale che regionale si perseguono politiche restrittive, che rischiano di gettare con l’acqua sporca anche il bambino e ci si divide su tutto, noi abbiamo costruito un Piano che rappresenta una sintesi positiva rispetto alla sua aderenza ai bisogni espressi dalle nostre popolazioni e dai nostri territori. E’ chiaro che la nostra proposta non è oro colato ma uno strumento che, in modo flessibile, può essere aggiornato per governare al meglio le esigenze di salvaguardia e tutela del diritto allo studio di tutti”.