Unindustria: “Burocrazia più efficiente per attuare programmazione ed investimenti”
“Occorre uno sforzo importante in direzione di un recupero di efficienza e di qualità dell'attività burocratica e realizzativa, in termini di capacità di tradurre in atti concreti e tangibili programmi e progetti, magari implementando ed aggiornando il Piano di Rafforzamento Amministrativo che fin qui non sembra aver prodotto i risultati attesi".
Lo afferma il presidente regionale degli industriali Natale Mazzuca, secondo cui "le risorse programmate devono essere rese disponibili ed investite sul territorio con immediatezza per dare fiato e slancio ad un circuito economico ormai allo stremo. Bisogna fare in fretta per non minare la fiducia dei giovani, delle imprese e dei lavoratori calabresi. E' fondamentale poter contare su una macchina burocratica efficiente che operi in maniera trasparente, senza quelle complicazioni ed opacità che finiscono con il tradursi in tempi infiniti per il rilascio di pareri ed autorizzazioni. Se vogliamo liberarci dall'alleanza perversa tra complicazione e corruzione, occorre uno scatto morale da parte di tutti, un recupero del senso etico a vantaggio di visioni nuove e dal respiro strategico".
La considerazione del presidente di Unindustria Calabria tiene conto anche dei dati diffusi nei giorni scorsi da Banca d’Italia, attraverso i quali si ha l’immagine di una regione di debole struttura economica.
“Tutti gli indicatori - dice il presidente Mazzuca- evidenziano la assoluta necessità di privilegiare la velocità di esecuzione come unica via percorribile per produrre effetti positivi nel breve termine, in armonia con la visione complessiva tesa ad irrobustire in maniera strutturale l'economia e la base produttiva del territorio”.
La Calabria rimane esposta ai venti della congiuntura e non in grado, ancora, di intraprendere in maniera autonoma il percorso virtuoso che conduce alla crescita ed allo sviluppo.
“Valutare i risultati, – aggiunge Mazzuca – individuare ritardi ed ostacoli, saper migliorare, questi dovranno essere gli imperativi da perseguire con ossessione in questa fase attuativa”.
Del resto, nel corso della programmazione, gli indirizzi condivisi sono stati lodevolmente recepiti e favorevolmente valutati dalla Comunità Europea che ne ha evidenziato pubblicamente impostazione e struttura. Se gli effetti di questo lavoro cominciano a poter essere “teoricamente” apprezzati, in termini di impegni di spesa e di bandi pubblicati ed in corso di valutazione, al punto da poter registrare che finalmente la Calabria è una delle regioni più dinamiche in questa direzione, dall'altro non possiamo che constatare con marezza di come ancora, “praticamente”, si attenda che gli impegni diventino spesa effettiva, tanto in termini di incentivi e sostegno agli investimenti proposti dalle imprese che di gare di appalto tese a far aprire nuovi cantieri. A sottolineare la necessità di imprimere maggiore celerità di esecuzione sono appunto gli indicatori.
Due per tutti. Il Pil che a fine 2016 risulta inferiore di ben 13 punti rispetto al 2007 ed il tasso di disoccupazione che, con il suo 23,2%, si conferma tra i più alti in assoluto. L’arretratezza economica della Calabria è senza dubbio connessa alla debolezza del sistema produttivo che, generando poca ricchezza endogena, non è in grado di garantire i tassi di crescita e di occupazione necessari per uscire dall'annoso e purtroppo ancora attuale stato di malessere.
Per affrontare in maniera compiuta e con un approccio concreto e sfidante questo stato di cose, con le Organizzazioni Sindacali abbiamo offerto al Governo regionale, alle forze politiche ed alla pubblica opinione, un “Patto per la Calabria” teso ad individuare azioni ed interventi da condividere ed implementare per favorire l’innalzamento della competitività del territorio regionale attraverso il sostegno ai processi innovativi, la ripresa occupazionale, la crescita della produttività, il contenimento delle disuguaglianze accumulatesi negli anni e l’allargamento della platea dei beneficiari della auspicata ripresa economica.
“Tutto questo importantissimo lavoro – conclude Mazzuca – rischia ora di essere vanificato, perché dalla lodevole teoria bisogna passare alla consequenziale pratica, con effetti tangibili sull’economia del territorio. Ed è chiaro che, in questa necessaria direzione da intraprendere, è fondamentale individuare ed eliminare tutti i possibili ostacoli così come occorre rimuovere alibi e pigrizie che possono rallentarne l'utilizzo”.