Minori nelle famiglie mafiose, se n’è discusso in un convegno a Gioia Tauro
Si è tenuto oggi a Gioia Tauro il convegno, organizzato dai Lions con il patrocinio del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palmi, accreditato come evento formativo per gli avvocati, che ha visto la presenza di numerosi avvocati, psicologi, magistrati, giornalisti e cittadini interessati all'argomento.
L’avvocato Francesco Napoli, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palmi e Presidente dell’Unione Ordini Forensi della Calabria, nel suo intervento ha evidenziato che la figura dell’avvocato rappresenta un presidio di legalità.
Ha, altresì, riconosciuto l’attività meritoria del Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria che da anni ormai svolge la funzione sociale di porre al centro di ogni decisione, esclusivamente il superiore interesse del minore ed il suo sano sviluppo pscico-fisico, per renderlo un cittadino dedito al rispetto della legalità.
Le riflessioni dei relatori si sono basate sul fatto che la ‘ndrangheta, più di altre organizzazioni criminali, essendo costituita su basi familiari, si eredita e che essa è un fenomeno sociale e culturale. Pertanto, non può e non dev'essere combattuta solo con le manette, con la pretesa punitiva dello Stato nei Tribunali ma soprattutto a monte, con un sistema di legalità, efficienza e trasparenza, con una presenza credibile dello Stato, nell'economia, nel lavoro, nella scuola, con la prospettazione di un mondo diverso ed alternativo a quello basato sulle regole della criminalità organizzata.
Perfino il presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone sul punto ha affermato: “Resto molto perplesso rispetto a questo tipo di alternativa e credo che questi esperimenti siano la prova del fallimento dello Stato, delle istituzioni poiché lo scopo condivisibile viene perseguito con un metodo sbagliato; non fosse altro perché lo Stato e le sue articolazioni esporrebbero il loro volto autoritario, con la violenta apprensione dei minori così ampliando ulteriormente la platea di cittadini che avvertono lo Stato nemico e non accanto a ciascuno di noi. Ha sottolineato che questi provvedimenti sono temporanei e cessano al compimento del 18° anno di età. Ha, infine, evidenziato che i provvedimenti di allontanamento devono sempre rappresentare l’estrema ratio quando è evidente il fallimento delle agenzie educative e delle strutture sociali territoriali”.
Don Pino De Masi, referente di Libera e Vicario Episcopale per i problemi per la famiglia, ha ricordato la sua esperienza nella lotta alla ‘ndrangheta. Soffermandosi su fatti vissuti come la faida di Cittanova, ed evidenziando i differenti risultati che in concreto si possono ottenere con questo tipo di provvedimenti del Tribunale dei Minorenni sulla base del diverso grado di maturità e di condizionamento del minore.
Durante gli interventi si è voluto rimarcare l’assenza di qualsiasi intento punitivo/sanzionatorio in un’ottica puerocentrica del fenomeno, come suggerito dalla recente riforma introducente il nuovo concetto di responsabilità genitoriale in luogo della pregressa nozione di potestà. Se cioè da un lato il minore ha diritto a vivere e crescere nella propria famiglia di origine tuttavia, si è ricordato come, non trattasi di un diritto assoluto ed intangibile in quanto esso trova un controbilanciamento nell'altrettanto fondante interesse dello stesso a ricevere un’educazione responsabile che garantisca un adeguato habitat formativo che lo aiuti ad orientarsi nel tempo verso i condivisi valori di legalità, solidarietà, uguaglianza, rispetto delle libertà.
La dottoressa Melara, psicologa e psicoterapeuta, ha approfondito gli aspetti relativi alla appartenenza e al "pensare mafioso", ai modi in cui esso si perpetua all'interno delle famiglie, facendo riferimento, in particolare, a situazioni cliniche di lavoro con adolescenti di mafia e mettendo in luce la specificità del lavoro con questi ragazzi, per i quali il tema "identitario", è particolarmente carico di significati ereditati e necessita di un processo di ri-definizione che può avvenire solo in presenza di adeguato sostegno.