Presentato l’Osservatorio per l’agricoltura sociale
Promuovere l’agricoltura sociale attraverso lo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità e di lavoratori svantaggiati, attraverso progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare, alla salvaguardia della biodiversità. È nato con queste finalità l’Osservatorio per l’agricoltura sociale presentato questa mattina alla cittadella regionale.
L’Osservatorio che, prevede azioni e progetti di cooperazione, tra operatori agricoli ed altri soggetti pubblici e privati delle aree rurali, finalizzate a promuovere il settore agricolo, è costituito da rappresentati istituzionali, soggetti pubblici e organismi intermedi rappresentativi di interessi collettivi. Il progetto è stato illustrato dalla dirigente di settore del Dipartimento regionale all’agricoltura Alessandra Celi.
“L’agricoltura sociale - ha esordito la dirigente - nasce nel mondo agricolo, quindi, la parola sociale si accompagna all’agricoltura. Il nostro padre fondatore è proprio l’azienda agricola. L’agricoltura sociale deve essere intesa anche come strumento per diffondere la consapevolezza dell’importanza della qualità delle produzioni partendo dall’educazione alimentare e da quella ambientale e dalla salvaguardia della biodiversità regionale. Parliamo di un’agricoltura etica con un’apertura alla comunità e alla qualità della vita attraverso l’inclusione sociale di soggetti deboli, attraverso iniziative di accoglienza e soggiorno di bambini in età prescolare e di persone in difficoltà sociale, fisica e psichica.
“L’agricoltura sociale – ha evidenziato ancora la Celi - è anche la chiave per contrastare il caporalato e il lavoro sommerso e irregolare in agricoltura, per promuovere la legalità e uno sviluppo economico sano del territorio attraverso la produzione di prodotti biologici e di alta qualità, come ‘i semi della legalità’, sui terreni confiscati alle mafie. Stiamo lavorando a livello ministeriale sui requisiti minimi per il riconoscimento degli operatori sociali in agricoltura. Gli operatori sono gli imprenditori agricoli, le cooperative sociali il cui fatturato derivante dall’esercizio delle attività agricole sia superiore al 30% del fatturato complessivo. Le attività possono essere realizzate in collaborazione con enti pubblici e cooperative sociali. Un elemento che ci tengo a sottolineare e che e l’impresa agricola deve avere la capacità di lavorare con lo svantaggio sociale, creando sinergie tra chi gestisce il mondo del sociale e le imprese agricole per offrire nuovi ambiti di sviluppo. Con l’Osservatorio dell’agricoltura sociale – ha concluso la dirigente regionale - dobbiamo riuscire ad interconnettere tutte le possibili azioni che tra di loro portano avanti la Calabria che lavora, la Calabria pulita”.
Pier Macrì, del Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea) è entrato nel merito dell’avviso pubblico in pre informazione della misura 16.9 riguardante il sostegno per la diversificazione delle attività agricole in attività di assistenza sanitaria, di integrazione sociale, di educazione ambientale e alimentare. “Il contributo massimo concedibile – ha detto - è pari a 100 mila euro per progetto. L’aliquota di sostegno è dell’80% della spesa ammessa”.
La divulgatrice dell’Arsac (Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura in Calabria) Raffaella Fragale ha parlato dei progetti che partiranno a breve realizzati insieme alla Regione nel campo del caporalato, dell’attuazione di percorsi di educazione ambientale e alimentare, della formazione per l’inserimento delle aziende nell’elenco delle fattorie sociale, dell’analisi e svliluppo dell’agricoltura sociale in Calabria.