Pd: Musi, Amato non può rimanere vice presidente alla regione
Quella che si è tenuta ieri a Reggio Calabria è, almeno per me, il tentativo di ricomposizione del vecchio sistema di potere interno al Pd calabrese che ci ha portati alla disfatta del 29 marzo. La presenza, per dirne alcuni, di Caminiti ex presidente dell’assemblea regionale che non ha mai convocato dopo la sconfitta elettorale, Adamo potente capogruppo uscente e udite udite Amato, che deve la sua elezione a quel campione di preferenze di Scalzo che ha preso undicimila voti, è la dimostrazione che “a testa alta” ha cambiato pelle. Quando Bova fondò l’area “a testa alta” il nostro obiettivo era di marcare all’interno del Pd una posizione di sinistra in un progetto di autonomia per rinnovare la politica calabrese. I due anni trascorsi, fino alle primarie per la scelta del candidato a presidente della giunta, hanno invece rappresentato nei fatti che quell’area era stata costruita non già per rinnovare ma per poter perpetuare una posizione di rendita, da parte di un gruppo ristretto, che ha pensato al proprio interesse personale. Non si spiega altrimenti la scelta di una parte di “a testa alta” di Catanzaro che nelle primarie per il presidente della giunta, hanno fatto campagna ed hanno votato per Loiero e non per Bova. Spero ora che gli stessi non ritornino a “testa bassa” sotto l’egida di Bova. Da allora questi “compagni” hanno deciso di mettersi al servizio non del progetto di “a testa alta” ma del duo Amato- Loiero. La presenza ieri a Reggio, del vice presidente del consiglio regionale, che è la più alta espressione istituzionale del Pd in Calabria, deve essere considerata da Musi come aperta sfida al rinnovamento, altro che dare spazio ai giovani, come ha esordito nel suo intervento. Penso che il duo “inscindibile” Amato-Loiero sta lavorando perché uno resti a controllare il Pd dall’interno e l’altro in altro partito o proponendo nelle prossime tornate elettorali liste di “autonomia e diritti” per dimostrare che, elettoralmente, in alcune area è più forte del Pd. Chiedo pertanto che Musi ed il Capogruppo Principe si attivino da subito per dimissionare Amato, in quanto non può rappresentare nell’istituzione regionale gli iscritti, gli elettori ed i simpatizzanti del ricostruendo Partito Democratico, non solo per la sua presenza all’assemblea ma anche perché, per rimarcare la sua completa appartenenza a Loiero, nel suo intervento ha detto che da quello che ha ascoltato dagli interventi gli sembrava il manifesto del suo Pdm. Pensano forse di ricostituirlo? Ma la cosa più vergognosa che il maggior rappresentante istituzionale potesse dire è riferita alle cose che ha “ridetto” su Silipo chiamandolo “giovanotto” che vorrebbe far controfirmare la tessera a tutti quelli che vogliono iscriversi, non sapendo che questa cosa è prevista dallo statuto, che egli stesso ha contribuito a scrivere. Amato vorrebbe, come ha fatto nel precedente tesseramento, iscrivere anche chi si è trovato iscritto ad un partito non sapendolo. Quel sistema ci ha portati ad avere, in alcuni paesi e zone urbane, più iscritti che voti alle elezioni. Questa storia è finita, bisogna prenderne atto.