Emergenza idrica, le soluzioni dell’esecutivo De Bartolo
Un’autoclave correttiva risolverà i problemi idrici di Morano. Lunedì prossimo, con procedura di somma urgenza attivata con delibera di Giunta municipale n. 83 del 07/08/2017, l’inizio dei lavori.
E’ quanto emerso dall’assemblea pubblica promossa dall’Amministrazione comunale e tenutasi ieri, giovedì 10 agosto, presso l’auditorium “Massimo Troisi”, per discutere e confrontarsi sulle possibili soluzioni alla grave carenza di acqua che interessa il territorio e in particolare alcuni settori del centro storico.
L’idea in fondo è semplice quanto efficace. «Si tratta – hanno spiegato il sindaco Nicolò De Bartolo e il suo vice, Pasquale Maradei – di prelevare l’acqua da una delle ricche sorgenti di c.da Foce e convogliarla, a caduta, sino alla contrada S. Paolo, da dove con sistema automatizzato, limitatamente ai periodi in cui il serbatoio “Ariella” subirà cali, fisiologici o contingenti, dovuti alla siccità, all’eccessivo consumo o ad altri fattori, sarà innestata nella condotta proveniente dalla sorgente “Turone” integrando la fornitura per il tempo e la quantità necessari. L’operazione garantirà di stabilizzare i livelli e la pressione del flusso, assicurando la regolare immissione dell’acqua nella rete urbana.
De Bartolo e Maradei, assistiti dal responsabile dell’Area tecnica del Comune, Domenico Martire, dopo aver illustrato i motivi che hanno obbligato l’Ente a fissare fasce di sospensione provvisoria del servizio, hanno ribadito come nei giorni di massima sofferenza siano state «adottate tutte le iniziative possibili per attenuare i disagi» e come, altresì, «le interruzioni non preventivate», siano «dipese esclusivamente dalla mancanza di materia prima e dalla concomitanza di fattori imponderabili, quali: danni cagionati dagli incendi alle tubature, formazione al loro interno di due grosse bolle d’aria, spiombatura della condotta in c.da S. Paolo». «Per ognuno degli eventi verificatisi – ha detto il sindaco - abbiamo provveduto a informare puntualmente la cittadinanza attraverso i mezzi della comunicazione istituzionale, i più veloci di cui disponiamo, e dei quali possiamo servirci ininterrottamente, di giorno e di notte, e attraverso la pubblica affissione quando ciò è stato possibile. Di tutto questo, ovviamente, v’è traccia specifica della quale ognuno può facilmente sincerarsi».
«Al momento, benché persista la drastica riduzione di portata delle sorgenti “Pietra del Torno” e “Turone” – hanno informato i due amministratori - la situazione è leggermente migliorata. Tuttavia non siamo ancora in grado di dichiarare finita l’emergenza. Speriamo nei prossimi giorni di assistere ad una ripresa della portata, tale da permetterci di eliminare perlomeno l’interruzione pomeridiana, mentre per quella notturna riteniamo si debba attendere la conclusione del primo step di lavori, fine agosto».
Significativo l’annuncio di un sezionamento, entro ottobre, delle condutture “Turone” e “Pietra del Torno”, finalizzato all’individuazione di eventuali falle. L’incontro è terminato dopo un sereno e costruttivo confronto con il pubblico in sala.
Neanche il tempo di un caffè, che alle 20.00 il cellulare di De Bartolo impazzisce: un incendio, l’ennesimo di un lungo interminabile elenco aperto il 14 luglio scorso, sta devastando la “Dirupata”, polmone verde tra i più belli e suggestivi del Parco Nazionale del Pollino, principale porta d’accesso alla zona alta dell’area protetta. Brucia tutto, con grave pericolo per le aziende e le abitazioni del posto.
E’ così ormai da un mese. Un territorio, quello moranese, sotto attacco. Con centinaia di ettari di bosco ridotti in cenere e un impatto estetico terribile, con ricadute fortemente negative sulla già fragile economia turistica.
«Devi correre non c’è un minuto da perdere», si sente concitata dall’altro capo del telefono una voce. Lampeggiante e sirena accesa. Si parte. Per un'altra notte di passione. Per un’altra emergenza. Nell’annus horribilis 2017.