Catanzaro Jazz Fest: Rick Margitza chiude la XIV edizione

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Ospiti internazionali per l'ultimo appuntamento che ha chiuso ieri, nella meravigliosa terrazza del Museo Marca, la quattordicesima edizione del Catanzaro Jazz Fest in Calabria. La rassegna, organizzata come ogni anno dalla Cooperativa Atlantide in collaborazione con l'Amministrazione Provinciale (Assessorato alla Cultura) e l’Amministrazione Comunale (assessorati Pubblica Istruzione e Cultura), ha registrato nel suo complesso un notevole successo, sia per la suggestiva location scelta sia per un cartellone artistico che ha incuriosito parecchio i catanzaresi. Indovinata anche la scelta dell’incontro con i musicisti nel pomeriggio, per conoscere da vicino gli artisti e le loro esperienze, e della degustazione del vino calabrese Sanfili, prodotto dall’azienda biologica Caterina Salerno. Due iniziative che hanno contribuito a creare la giusta atmosfera, creando un contatto diretto e quasi familiare tra pubblico e musicisti e mettendo a proprio agio anche i numerosi spettatori che non hanno trovato posto a sedere. Per chiudere in bellezza, l'ultima data ha visto come protagonista il trio americano del sassofonista Rick Margitza, (che nel corso dell’incontro ha ricordato la sua lunga collaborazione con Miles Davis), accompagnato da Ed Howard al contrabbasso e Nasheet Waits alla batteria. Uno spettacolo dal suono strabiliante, un contatto vivo con gli strumenti e con le melodie che forti e penetranti uscivano dalle casse per entrare prepotenti nel corpo e nella mente di chi ascoltava. Il trio, peraltro applauditissimo dal pubblico presente, ha proposto una scaletta breve, ma intesa che ha racchiuso per lo più composizioni di Margitza più due brani di Fats Waller e Arthur Hamilton. Un'intesa forte, quella tra i tre musicisti, che ha reso possibile un attivo scambio di ruoli nella sempre piacevole improvvisazione che non solo contraddistingue il genere, ma che da anni colloca Margitza nei musicisti jazz più bravi ed autorevoli. Impressionante la potenza emotiva del batterista Waits che ha strabiliato tutti con la sua performance, lasciando molti letteralmente senza fiato, fatta di smorfie, giochi di piatti, e tanta tanta passione. Non da meno il contrabbassista Ed Howard, valente e versatile, che ha sorpreso oltre che per la sua bravura, per la capacità di dar spazio ai suoi colleghi senza però passare mai in secondo piano.

Sulla collaborazione tra Margitza e Miles Davis, giornalisti, studenti e appassionati presenti all’incontro pomeridiano si sono soffermati attraverso domande e curiosità. “Quando Miles doveva fare un assolo – ha affermato Rick – vagava sul palcoscenico facendo finta di suonare, gli spettatori aspettavano impazienti che desse inizio alla musica ma ciò non avveniva. In quei momenti ho capito come sia fondamentale, nel jazz, il silenzio, la suspense che in quel preciso instante si crea ed emoziona. Non è necessario riempire tutti gli spazi, come si pensa quando si è giovani musicisti”. Per Margitza il jazz è una vera e propria dose di emozioni, forti, contrastanti, indimenticabili. “Quando suoni jazz qualsiasi cosa può succedere, non ci sono schemi da seguire e tutto ciò che si suona viene da dentro, un modo per mettere in scena il proprio universo”. Rick, figlio d'arte cresciuto in una grande famiglia di musicisti, comincia a suonare a 4 anni il violino. “Da allora – ha spiegato l'artista – ho avuto modo di avvicinarmi a molti strumenti, ho suonato rock, blues e persino nei matrimoni, ma il mio amore per il sax non è mai tramontato”. Attualmente vive a Parigi - “una scelta – ci dice Margitza – dettata dal fatto che in Europa l'arte è molto più apprezzata che in America”. Infine l'artista ha spiegato il perché della scelta di suonare, per questo tour italiano, con un trio piano less, accompagnato da Ed Howard e Nasheet Waits. “Ci siamo incontrati per caso a Parigi e, per motivazioni economiche e per comodità logistica, abbiamo deciso di unirci. Vedo questo progetto come una sfida, qualcosa che mi incuriosisce anche se musicalmente mi sento ancora troppo responsabilizzato ed il mio suono in questo trio, mi sembra a volte troppo prevaricante rispetto agli altri strumenti”.

Scaletta:

Gypsies - Rick Margitza

Street of thieves - Rick Margitza

Jitterbug waltz – Fats Waller

Ferrisswheel - Rick Margitza

Cry me a river – Arthur Hamilton

E – jones - Rick Margitza