Al Marca di Catanzaro l’Antologica di Turi Simeti
Dal 22 settembre al 24 novembre 2017, il Marca - Museo delle Arti di Catanzaro, diretto da Rocco Guglielmo, ospita un’antologica che celebra la carriera di Turi Simeti (Alcamo, TP, 1929), uno degli artisti italiani più significativi emersi negli anni sessanta. La mostra, dal titolo Opere 1961-2017 è organizzata dalla Fondazione Rocco Guglielmo e dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro con la collaborazione dell’artista e dell’Archivio Turi Simeti. Il percorso espositivo si sviluppa considerando una decina di lavori degli esordi, con alcuni importanti esempi degli anni sessanta, e prosegue cronologicamente fino alle opere più recenti, che tendono a prevedere una sorta di misurazione dello spazio, con serie di ellissi disposte a cerchio o semicerchio, in fila, in quadrato o in diagonale, e che si concedono ai grandi formati e a una varietà di colori.
Il percorso espositivo, che abbraccia oltre cinquant’anni di carriera, prende avvio da un collage di carte bruciate realizzato nel 1961, intende ribadire il ruolo di Simeti nell’ambito delle più interessanti ricerche degli anni del boom economico fra Roma e Milano, e pone l’attenzione sul suo intero iter creativo attraverso alcune opere particolarmente rappresentative.
Le ricerche del dopoguerra vedono in Simeti un rappresentante aggiornato seppur anomalo alla vulgata europea. La sua attività si discosta per un’attenzione al dato di superficie inteso quale campo sensoriale, ben lontano da un’impostazione meramente oggettuale e positivistica della tela. All’indagine puramente bidimensionale, l’artista risponde con il perfezionamento del luogo della pittura che diviene tridimensionale, inizialmente con applicazioni sulla tela di elementi a rilievo e poi con l’estroflessione che segna il primo passo verso una sorta di pittura-oggetto, attraverso una ideale dialettica tra le spinte di una struttura interna e le forme volte all’esterno.
Accompagna la rassegna un volume realizzato da Prearo Editore, con un saggio critico di Andrea Bruciati, le immagini delle opere esposte, una selezione dei principali lavori conservati nelle più importanti collezioni pubbliche di tutto il mondo, e aggiornati apparati bio-bibliografici. L’antologica fa seguito all’omaggio che il Polo Museale regionale d’Arte moderna e contemporanea Palazzo Belmonte Riso di Palermo ha recentemente dedicato al maestro siciliano. Nel corso della mostra, il Marca ospiterà la presentazione del catalogo ragionato dell’opera di Turi Simeti, in due volumi, edito da Skira, realizzato dall’Archivio Simeti, per la cura di Antonio Addamiano e Federico Sardella.
Turi Simeti (Alcamo, 1929; vive e lavora a Milano) nel 1958 si trasferisce a Roma, dove avvia i primi contatti con il mondo dell’arte; avrà poi modo di soggiornare a Londra, Parigi, Basilea e New York, entrando così in contatto con l’avanguardia artistica dell’epoca e muovendosi in sintonia con la dilagante volontà di azzeramento della tradizione e dei codici precostituiti. All’interno di questa rigorosa aspirazione riduzionista, il suo linguaggio acquista una definita riconoscibilità attraverso l’uso della monocromia e del rilievo come uniche procedure compositive. Compare così la figura dell’ellisse, destinata a diventare la cifra iconica dell’artista e la forma che emblematicamente esprime il sentimento attorno al quale, ancora oggi, si sviluppa e si dispiega il suo processo creativo.
Il lavoro di Turi Simeti è rappresentato da Dep Art, Milano; Almine Rech Gallery, Bruxelles, Londra e New York; Tornabuoni Art, Parigi; Volker Diehl, Berlino; The Mayor Gallery, Londra. Le sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private in tutto il mondo, fra le quali, Fondazione Prada, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Museion - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano, Museo del Novecento di Milano, Museo Civico d’Arte Contemporanea Ludovico Corrao, Gibellina, Museu de Arte Moderna di Rio de Janeiro, Kunsten Museum of Modern Art, Aalborg, Danimarca, Fondazione Schaufler, Sindelfingen, Germania, Museum Voorlinden, Wassenar, Paesi Bassi.