Il Mediterraneo rurale al centro della prima giornata dei Giardini delle Esperidi
La prima giornata di Giardini delle Esperidi Festival ha riscoperto il Mediterraneo rurale grazie a una rete di partnership con grandi realtà nazionali che condividono gli stessi obiettivi. Proprio sulla condivisione di scopi si fonda il festival che coinvolge i piccoli borghi della Presila.
A discutere di aree interne nella magica atmosfera dei boschi di Villaggio Buturo (Albi), il direttore artistico del festival Maria Faragò insieme a Daniela Toccafondi, assessore alla Semplificazione e alle Politiche economiche e per il lavoro del Comune di Prato, Sonia Ferrari e Giuseppe Luzzi dalla presidenza del Parco Nazionale della Sila, Carmine Lupia direttore della Riserva Naturale delle Valli Cupe, Francesco Cuteri, archeologo, Mauro Francesco Minervino antropologo e scrittore, Salvatore Tozzo, vicesindaco di Magisano, Jole Tropeano in rappresentanza dell’Ordine degli architetti di Catanzaro, Francesco Escalona e Daniela Maggiulli, paesologi, Maurizio Alampi, economista e manager di alcuni progetti artistici del festival, che ha moderato la ricca conversazione.
Una vera e propria tavola rotonda immersa nei luoghi che si cerca di proteggere. "La rete necessaria per raggiungere l’obiettivo è quella tra imprese, pubblica amministrazione e cittadini" secondo Alampi "in modo che il Sud non venga più considerato come oggetto di assistenzialismo secolare".
"Per farlo – ha aggiunto Tozzo – è necessario un impegno di unione tra i paesi della Sila, un distretto rurale che per far sentire la sua voce a livello regionale ha già inglobato varie località nel suo GAL dei Due mari”.
Un impegno per l’ambiente e per i luoghi, ma anche per le piccole comunità che li abitano anima Giardini delle Esperidi. "Bisogna rafforzare le realtà costruttive" sostiene Minervino, ed è questo l’obiettivo condiviso che ha aperto il Festival a connessioni nazionali come quella con il Comune di Prato attraverso Daniela Toccafondi, che ha accolto l’invito a unire il distretto rurale della Sila Piccola con quello industriale della città toscana, che ha fatto della sua economia tessile la storia e l’eredità di un luogo.
"Prato, così come parte della Calabria, può sembrare ‘vittima’ di luoghi comuni, ma dobbiamo testimoniare l’esistenza di radici forti e il riconoscimento di una realtà industriale, oltre che contadina, che ha contribuito al successo della regione".
È quello che è accaduto con le nostre coste magno-greche, che hanno sfruttato nei secoli le risorse dell’interno, la pece, i minerali, le materie prime alimentari della Sila, ricchezza – sin dai tempi dei romani – della Calabria mediterranea.
Questo è ciò che spinge l’archeologo Francesco Cuteri a ricostruire il grande bacino archeologico della Sila, che ha bisogno di "consapevolezza e responsabilità" per raccontare agli stessi calabresi i tesori preziosi delle aree interne: archeologia del sapere, del senso pratico, dell’artigianato, testimonianze inestimabili come la macchina della lana, che Giardini delle Esperidi ha dissotterrato in questi mesi.
Il Parco della Sila ha una varietà etnobotanica incredibilmente vasta, come racconta Carmine Lupia, che da tre edizioni del Festival ce ne presenta fiori, piante e ricchezze nascoste.
"I paesi sono la dimensione intermedia, quella più umana e sostenibile" spiega Minervino che nel suo ultimo libro Stradario di uno spaesato (che sarà presentato sabato) in cui ripercorre una Calabria disastrata fatta di piccole realtà che può salvarsi solo se ci si lavora insieme.
La partnership del Parco della Sila inorgoglisce i progetti di Giardini delle Esperidi e li rende sempre più concreti, sempre più possibili. "Da poco il Consiglio Internazionale di Coordinamento del Programma MAB ha approvato l’iscrizione della Sila come 10° Riserva della Biosfera italiana nella Rete Mondiale dei siti di eccellenza dell’Unesco. Questo nuovo riconoscimento parte da qui, da noi, da iniziative come Giardini delle Esperidi" ha concluso Giuseppe Luzzi, direttore facente funzioni del Parco.
"Ci preoccupiamo di riempire gli spazi, credendo di costruire con l’edilizia, in realtà non capiamo che il primo passo per edificare i luoghi è attraverso l’identità e la conoscenza" ha ribadito Jole Tropeano, dall’ordine degli architetti di Catanzaro.
"Un nuovo sguardo da regalare a noi stessi", ha concluso il direttore artistico Maria Faragò nel presentare il programma di questi giorni che prenderà vita grazie a tutti gli artisti giunti oggi dalla Calabria e dalla paesologia di tutta Italia.
A conclusione della serata, nel Borgo Antichi e nuovi sapori al centro di Zagarise che ospita quotidianamente artisti e amici del festival, il concerto di Rosalba Santoro e Michelangelo Musci, che hanno allietato il pubblico con canti e melodie ormai classiche del nostro sud.
Diversi punti di vista, idee che si scambiano, arti che si contaminano, persone che si conoscono e che creano ricchezza. Questo è Giardini delle Esperidi, un percorso in cammino, in divenire, dove ognuno ha il suo spazio espressivo. Un percorso che può rivelarsi accidentato, quello della ricostruzione del ricordo e della cura del luogo, ma quanto più “fangoso” potrà essere, tanto più lascerà le sue orme.