Soverato, lunedì “Bene mio, core mio” al Teatro Comunale

Catanzaro Tempo Libero

Il Teatro Comunale di Soverato ospiterà lunedì prossimo alle 21.00 “Bene mio, core mio”, un lavoro di Eduardo De Filippo con musiche originali di Eugenio Bennato. Il titolo riprende un'espressione napoletana con cui si identifica ironicamente il tiro giocato ai danni di qualcuno da un'insospettabile persona di famiglia. “Bene mio, core mio” è ora allestita, dopo ventisette anni da Bruno Colella, che troveremo anche nel cast, assieme a Lunetta Savino, a Lina Polito, a Bianca Nappi, Giovanni Allocca, a Nicola Vorelli, a Marco Tornese, ad Antonella Migliore, a Franco Pica ed a Gennaro Monti. L’amore di Chiarina, prima per i genitori, poi per il fratello, è il succo vitale di questa commedia. Improvvisamente, questa zitella a quarantadue anni, scopre l’amore universale ed eterno che la rimbambisce e le fa dimenticare tutto e tutti. «Dedico il mio personaggio - dice la Savino - a tutte le Chiarine che in qualche modo hanno vissuto nell’ombra e poi improvvisamente sono tornate indietro violentemente nel tempo a quattordici anni.» Un semplice bacio dato da Filuccio, interpretato da Giovanni Allocca, il giovane verduraio arrampicatore sociale, fa ardere la marginale vita di questa zitella e porterà un disordine anche nella vita di chi gli sta accanto.

È stata definita la commedia di Eduardo più napoletana ed in effetti sia i personaggi che gli ingredienti di questa storia sono talmente “ napoletani “ da permettere a chi opera di andare a sottrarre proprio in quella direzione , quindi ai suoni della strada, alle signore di rimpetto , alle cameriere di Mondragone ai comò e ai ragù senza che ciò tolga forza alla profonda identità partenopea della vicenda ed agli stati d’animo di chi la vive ;con questa premessa l’interpretazione del testo parte con una esibizione di “maschere” contemporanee che rimandano ai centri commerciali , ai vicoli del Pallonetto di S.Lucia ma anche , come nel caso dei due protagonisti, ad un antico ed elegante condominio del Vomero , un po’ sinistro e completamente staccato dalla realtà.

Il raffinato copione di Eduardo viaggia a cento all’ora, permettendosi anche disinvolte e veloci soluzioni narrative , e si sofferma nella descrizione attenta dei conflitti di coscienza , delle torbide sfumature di sentimenti a cui sono condannati gli esseri umani che amano; il tutto fra colpi di scena alla Garcia Lorca , angeli, diavoli e percorsi del pensiero che solo Napoli riesce a registrare. La messa in scena si muove invece su due piani quello della recitazione tradizionale che lascia rigorosamente intatto il senso drammaturgico dell’Opera e quello più disinibito della confezione che tende attraverso il linguaggio della video-arte e della canzone d’autore a sovvertire “tipi” e stereo-tipi proponendo incantesimi metropolitani scarni , efficaci , privi di enfasi, come nella performance di un fine dicitore. Il pubblico del Comunale ha sempre dimostrato di essere affezionato alla commedia napoletana, quindi una occasione da non perdere!