Caruso: “Del diritto allo studio si occupi il Coruc”
"Continuano le rimostranze degli studenti universitari calabresi, che a gran voce chiedono alla Regione Calabria un maggior impegno in tema di Diritto allo Studio. L’ultimo degli appelli proviene dal Senatore Accademico Michele Leonetti, che ha chiesto al presidente della Commissione Bilancio della Regione di essere ascoltato in merito all’eliminazione della figura dell’idoneo non beneficiario". E' quanto scive in una nota Nicola Caruso, componente del Comitato Regionale di Coordinamento delle Università Calabresi.
“Non posso che essere d’accordo e supportare quanto sostenuto dal collega Leonetti – continua Caruso – non fosse altro perché da mesi, in virtù del mandato conferitomi presso il tavolo regionale, chiedo alla Regione di essere ascoltato per proporre soluzioni simili al problema. Ma, oltre ad apprezzare l’iniziativa, mi sento in dovere di rivolgere a Michele un grosso ‘in bocca al lupo’, visto che da mesi con i colleghi del tavolo istituzionalmente preposto a questo incarico, non riesco ad avere segni di vita dalla governance regionale. Per questo motivo, mi sarei aspettato, ed auspico per il futuro, che Leonetti unisca le sue forze alle nostre, sia per una questione di compattezza della categoria, sia per una questione di rigore istituzionale.
Non ci sarebbe, difatti, il bisogno di chiedere audizione alla Commissione Bilancio della Regione Calabria se solo i suoi rappresentanti adempissero al loro dovere e partecipassero attivamente alla vita del Coruc, che è un tavolo istituzionale di confronto tra Università e Istituzioni.
Il Coruc è organo aperto e pronto ad ascoltare tutti, quindi credo vadano esperite tutte le vie ufficiali ed istituzionali per affrontare un problema di tale portata. Mi auguro che al più presto la Regione si risvegli da questo lungo sonno e si ricordi di adempiere tutti i doveri istituzionali e che cominci finalmente a confrontarsi con il Coordinamento delle Università Calabresi. Le istituzioni si comportino da istituzioni: crediamo siano i canali istituzionalmente predisposti a meritare di essere parte di un processo di trasformazione del sistema universitario. Quindi l’invito al rigore istituzionale è rivolto anche all’norevole Aieta ed alla maggioranza che rappresenta, affinché non siano logiche partigiane e partitiche a smuovere le coscienze ma il senso del dovere e delle Istituzioni".