È uscito “Va così”, il primo singolo di Andrea Irto
“Signore, non è che può timbrarmi il cartellino?”. È pungente, ironico, il testo di “Va così”: il singolo di debutto di Andrea Irto. Il cantautore reggino anticipa così il suo primo album “Di centomila son rimasto solo uno” che uscirà sui digital store tra pochi giorni.
Un pezzo musicalmente complesso, “Va così”, anche se molto orecchiabile. Ritratto spietato ma mai noioso del lavoro nel settore pubblico e degli occhi sgranati di un giovane che si scontra con la realtà di un luogo dove, semplicemente, “va così”.
Un dialogo immaginario: da una parte c’è un veterano degli uffici, stanco di fare un lavoro noioso che in realtà non avrebbe voluto mai fare, ma deve pur sopravvivere. È così stanco da passare giornate intere a non far nulla, timbrando il cartellino e andando a prendere il caffè o rimanendo inerte dinanzi alle scadenze e non si cura di essere scoperto un giorno: quando dovesse accadere, che guardino i politici, che fanno ancor meno di lui e hanno pensioni d’oro.
Dall’altra parte c’è un nuovo arrivato, volenteroso e orgoglioso di occupare quella posizione lavorativa il quale, tuttavia, trascura addirittura la famiglia per dedicarsi al suo impiego e non si capacita del perché gli altri si comportano in quel modo così superficiale. La risposta del veterano si evince dal titolo della canzone: non vale la pena impegnarsi nel lavoro perché tanto non avrai soddisfazioni né ricompense. In fondo, “lo sai che va così” e non ci si può far niente.
“Va Così” inaugura l’album e fa da apripista a brani dalla tematica più circoscritta in cui si sviscerano diversi problemi della società moderna, troppo attenta alla forma e molto poco alla sostanza. La realtà è fatta di attese snervanti, di impieghi agognati quando non ci sono e bistrattati quando ci sono, di egoismi, di maschere e falsità, di trame fitte di favoritismi, di omertà, di minimizzazione di problemi esistenziali dinanzi a cose realmente futili, di incapacità nel prendere le proprie posizioni se non si hanno le spalle coperte.
Ed è proprio l'ironia nell'affrontare temi delicati e impegnativi il leitmotiv dell'album “Di centomila son rimasto solo uno”: nelle 14 tracce (13 più una bonus track) della sua opera prima, Andrea Irto guarda, attraverso le proprie “lenti”, realtà contemporanee come il mondo del lavoro, la violenza di genere e l'eutanasia.
Tante domande, poche (e vaghe) risposte, alla ricerca della propria identità e della propria posizione nel mondo: un viaggio dietro tante maschere fino a levare anche l'ultima. Andrea Irto, alla sua prima esperienza da cantautore solista, è però un musicista navigato: quasi vent'anni nel mondo delle cover band, doti eccezionali alla chitarra e capacità di storytelling molto sviluppate. Un volto nuovo per sbarazzarsi di banalità musicali e avanguardismi da puristi. Tra le sue influenze musicali, principalmente i grandi cantautori italiani come Fabrizio De Andrè e Francesco De Gregori ma anche il rock dei Guns n' Roses.