Bimbo nasce morto: i genitori si oppongono all’archiviazione del caso
Sostenuti dall’avvocato Margherita Corriere due giovani coniugi, il cui figlio è nato morto 4 anni fa all’ospedale Annunziata di Cosenza, chiedono al Giudice per le indagini preliminari Branda di ottenere giustizia. A seguito di una reiterata richiesta di archiviazione dell’Ufficio di Procura, la coppia, tramite il loro legale e il loro consulente romano, Sergio Funicello, specializzato sia in medicina legale che in ostetricia e ginecologia, ha promosso opposizione all’archiviazione, in quanto vogliono che sia fatta concreta chiarezza su tutto l’accaduto e sulla tragedia di cui sono rimasti vittime insieme con la loro creatura.
I genitori del bimbo vorrebbero fossero compiute le idonee indagini e che sia eseguita la consulenza peritale da parte di un professionista specializzato in ostetricia e ginecologia, al fine di poter fornire le risposte che aspettano da tempo.
I FATTI | “Nel dicembre 2013 il signor C. ha accompagnato la moglie, signora M., giunta al termine della gravidanza, presso il Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Cosenza. Giunti al reparto di Ginecologia e Ostetricia, dopo circa mezz’ora, la signora è stata visitata dal ginecologo di turno, che, tra l’altro, era la dottoressa che l’aveva seguita privatamente durante il periodo della sua gravidanza.
Un’ecografia ha accertato che il battito cardiaco fetale era regolare e che il bambino godeva di ottima salute ma, poi, - si legge nel comunicato - non sarebbe stata né sottoposta a tracciato cardiotocografico, né ad alcuna visita, nonostante le sue accorate richieste. Il tracciato sarebbe stato eseguito soltanto dopo molto tempo, quando ormai il piccolo era morto nel grembo materno, non riscontrandosi più il battito. I genitori del bambino hanno successivamente denunciato i fatti alla Procura della Repubblica di Cosenza, ma solo dopo numerose vicissitudini il caso è stato finalmente riaperto.”
“Il consulente dei genitori, Funicello, - si legge ancora - visto che la signora M. aveva una gravidanza a rischio per trombofilia, reclama il fatto che occorreva un monitoraggio costante, da ottenere attraverso un tracciato cardiotocografico, al fine di cogliere immediatamente eventuali alterazioni del battito fetale o, in alternativa, l’espletamento immediato del parto con taglio cesareo.Ma la condotta doverosa è stata omessa e il grave e inescusabile attendismo, oltre la ingiustificabile prolungata trascuratezza nei confronti della partoriente, lasciata in balia di se stessa, hanno causato il punto di non ritorno.Urge fare chiarezza, occorrono adeguate e accurate indagini per accertare i fatti e i responsabili.
La giovane coppia, ancora chiusa nel suo dolore, aspetta fiduciosa, con il supporto del proprio legale e del proprio consulente, la decisione che il Gip Branda adotterà all’esito dell’udienza camerale del prossimo 20 novembre.”