Violenza, bullismo e droga: “Io non ci sto”, progetto della Prefettura di Cosenza

Cosenza Attualità

“Io non ci sto” è lo slogan del progetto, voluto dalla Prefettura di Cosenza che ha preso il via il 7 novembre, alla presenza di 650 studenti dell’Istituto Scolastico “L. Palma” di Corigliano Calabro, frequentato dalla giovane Fabiana Luzzi, brutalmente uccisa dal fidanzatino.

Al centro la discussione di temi quali la violenza contro le donne, il bullismo, la ludopatia, la droga. Nell’occasione ha portato la sua commovente testimonianza il fratello di Maria Chidichimo, vittima di “lupara bianca”.

L’evento, per come affermato dal Prefetto Gianfranco Tomao al folto uditorio non deve essere soltanto uno slogan fatto proprio da ogni studente per opporsi a qualsiasi forma di violenza, sia essa bullismo o violenza alle donne, ma un grido delle giovani generazioni calabresi, affinché ogni forma di sopraffazione venga prevenuta o stroncata prima che si arrivi a conclusioni tragiche.

L’iniziativa, fortemente voluta e coordinata dal Viceprefetto Vicario della Prefettura di Cosenza, ha due obiettivi: informazione e prevenzione. Informazione, in quanto gli interventi sono finalizzati ad accrescere nei soggetti destinatari le conoscenze su determinati temi con un linguaggio semplice e accessibile ai giovani. Prevenzione, come attività volta alla sensibilizzazione delle coscienze dei giovani affinché si “sconfigga il silenzio della paura”.

Il progetto sarà attuato in diciotto istituti scolastici della provincia di Cosenza da novembre a maggio 2018. Per gli incontri in cui è previsto un numero elevato di studenti si utilizzeranno le Sale consiliari messe a disposizione dai Sindaci.

Il prossimo 22 novembre, in vista della celebrazione della giornata mondiale contro la violenza alle donne, il progetto sarà erogato nella sala consiliare del Comune di Castrovillarialla presenza di oltre 1000 studenti delle scuole superiori di quel Comune, con l’intervento, oltre che del Prefetto, del Procuratore della Repubblica di Castrovillari, del Questore e dei vertici delle altre Forze di Polizia.

Anche questo incontro, come stabilito nel format del progetto, si concluderà con un’intervista a cura del giornalista e scrittore Arcangelo Badolati alla sorella di Lea Garofalo, vittima di ‘ndrangheta.