Borgia. Consiglio comunale: lo Sprar e le perplessità di Fiamma Tricolore
Si è svolto ieri pomeriggio (lunedì 20 novembre) a Borgia un Consiglio Comunale aperto con all’Ordine del Giorno solo la discussione sulla adesione dell’Amministrazione al “Piano Sprar”.
“E noi c’eravamo ed abbiamo detto la nostra su una situazione che, a prescindere dai contenuti, non ci piace per l’evidente continuità nei metodi con la vicenda della Battaglina. La parola d’ordine dei rappresentanti della maggioranza consiliare (sindaco, assessori e consiglieri) è stata condivisione, che prevede come precondizione imprescindibile un processo di trasparenza e coinvolgimento che non c’è assolutamente stato in questo caso - così come non c’era stato all’epoca del “caso Battaglina”- è quanto dichiara Fiamma Tricolore su una scellerata decisione comunale riguardante il protocollo Sprar.
“E mentre in aula anche i rappresentanti degli altri due Pd (o due centrosinistra) presenti in consiglio a Borgia si dichiaravano, in modo assolutamente “ideologico” e senza entrare nel merito delle problematiche, favorevoli all’accoglienza, da una parte rivendicandone l’azione di precedenti amministrazioni borgesi e dall’altra sperticandosi in dichiarazioni di assonanza solidale col sindaco di Riace e col suo modello magnificato anche dal sindaco Sacco, che ha dato una sua personale ed edulcorata lettura dei gravi dati emersi dall’indagine e dai controlli della Prefettura reggina sulle irregolarità che hanno dato la stura ai provvedimenti della Magistratura inquirente nei confronti di “Mimmo ‘U Curdu” - così dichiarando implicitamente il loro sostanziale assenso allo Sprar a Borgia ed era plasticamente palese e clamorosamente assordante l’assenza, e quindi il silenzio pilatesco dei rappresentanti del M5S, noi rappresentanti del Msi Fiamma Tricolore – rammenta la nota esprimendo ogni perplessità in merito -, assieme ai consiglieri di Nuova Borgia ed in continuità con la battaglia intrapresa sull’intero territorio calabrese contro il turpe ed inumano traffico di carne umana, sempre più spesso nascosto dietro i buoni propositi dell’accoglienza e della solidarietà umana ormai trasformata in traffico di Stato - ci siamo chiaramente espressi contrari a questo tipo di accoglienza dove non risultano assolutamente chiari i termini sul come, chi, dove, quando, per quanto ed anche in quanti, atteso che non si hanno elementi per sapere quali mezzi si possono esperire in caso di mancato rispetto delle quote previste dal Protocollo sottoscritto dalle amministrazioni, saranno i soggetti assegnati al costituendo Sprar di Borgia e né dove, come, per quanto tempo ed a chi questi soggetti saranno affidati dopo il loro arrivo in Città”.
“L’intervento dei Missini ha voluto mettere in evidenza il mancato coinvolgimento di quanti si vorrebbe fossero coinvolti e condividano il progetto dell’amministrazione; vuole chiarire che non può paragonarsi l’emigrazione italiana – regolamentata, controllata, autorizzata e quant’altro – con quella in atto in questi anni sulle coste del Mediterraneo; vuole puntualizzare che Lucano è sottoposto ad indagini per gravi e ripetute irregolarità contabili ed amministrative ai danni dello stato italiano, dei cittadini di Riace e della Calabria e degli stessi immigrati “accolti”; che, proprio per quanto prima, sia fatta preventiva chiarezza sui modi in cui l’accoglienza si esplicherà in concreto e sulle garanzie per la Comunità rispetto agli impegni sottoscritti nei protocolli. Per esempio – e conclude con tanti dubbi il direttivo - non ci è stato chiarito cosa farà l’Amministrazione laddove, alle 18 persone per cui si è previsto l’arrivo nella comunità borgese, se ne dovessero aggiungere altre”.