La tradizione d’accoglienza di Girifalco spiegata alla delegazione dell’Ambasciata dei Paesi Bassi
Si è svolta stamattina, presso il Centro Sai “L'approdo” di Girifalco, una visita da parte di una delegazione dell'Ambasciata dei Paesi Bassi.
All'incontro erano presenti operatori di Città Solidale, gli ospiti, alcuni dipendenti comunali e l'Amministrazione Comunale di Girifalco rappresentata dall'assessore con delega alle Politiche Sociali Elisa Sestito, il consigliere con delega ai Lavori Pubblici Vincenzo Olivadese e lo staff del sindaco Barbara Loiarro.
Dopo aver portato i saluti del primo cittadino e di tutta l'Amministrazione Comunale l'assessore ha spiegato come il sistema di accoglienza a Girifalco è divenuto buona prassi dal lontano 1871, da quando, cioè venne istituito quello che poi diverrà uno dei più importanti ospedali psichiatrici del meridione d'Italia, arrivando ad ospitare 17 mila cartelle cliniche.
Il primo Manicomio in Italia ad applicare la tecnica dell'open door, cioè del metodo a porte aperte. Inclusione che continua a Girifalco con l'apertura del Centro di Accoglienza per i Rifugiati e Richiedenti Asilo nel 2016, la richiesta al Ministro dell'Interno dell'ampliamento del sistema Sai destinato a chi, oggi, fugge dalla guerra in Ucraina.
L'accoglienza a Girifalco ha permesso di chiedere al Presidente della Repubblica il conferimento del titolo di Città, alla Commissione Europea un finanziamento per effettuare il gemellaggio culturale con una cittadina delle Fiandre nota per essere riconosciuta come la comunità psichiatrica più antica al mondo.
L'accoglienza continua con la prossima apertura della Rems e con una comunità capace di aprire le porte all'altro, capace di vedere la bellezza della diversità e a concepire un mondo bello, inclusivo e variegato in tutte le sue forme.
"In Italia mi sento a casa" dice Rayhan. "Io invece a Girifalco ho trovato la fidanzata" dice Ussash. Qui ci sentiamo a casa dicono gli ospiti regalando alla delegazione un quadro da loro dipinto con i colori della loro terra: il Bangladesh.
“Sono questi attimi di vita vissuta che realizzano nella quotidianità la buona prassi dell'accoglienza nelle realtà locali, acuita anche dalla capacità di operatori del settore di omogeneizzare le esigenze degli ospiti con la comunità accogliente. Sono queste azioni che trasformano le realtà sociali in un posto bello in cui vivere. È questo lo dobbiamo alla nostra Comunità e al grande spirito di inclusione che la anima” conclude l'assessore Sestito.
La delegazione dell'Ambasciata ha omaggiato l'Amministrazione Comunale con una borraccia eco-sostenibile perché un mondo bello è anche quello che tutela la terra, l'acqua, i fiumi ed i mari.