Narcotraffico: le rotte della droga tra Spagna e Italia, dodici arresti
Dodici persone sono i destinatari di una misura cautelare emessa dalla distrettuale antimafia di Torino ed eseguita stamani dai carabinieri del Ros nella provincia del capoluogo piemontese, in tutta Italia e anche all’estero, in particolare in Spagna.
Secondo gli inquirenti gli indagati sarebbero collegati alla ‘ndrangheta calabrese: le indagini che hanno portato ai provvedimenti di oggi sono infatti scaturite da un’inchiesta effettuata su un presunto sodalizio criminale dedito stabilmente al traffico di grossi quantitativi di cocaina e hashish che dalla penisola iberica sarebbero giunti in Italia.
Gli investigatori hanno individuato i canali di approvvigionamento, le modalità di trasporto e la rete di distribuzione della droga. A Malaga, poi, sono stati anche localizzati e catturati - grazie alla collaborazione della polizia spagnola - due pericolosi latitanti che si occupavano del narcotraffico.
Alle dodici persone indagate vengono contestati i reati di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e la detenzione illecita di armi.
I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE “BELLAVITA”
Il blitz, denominato operazione Bellavita, è scattato oltre che nel torinese anche a Reggio Calabria così come a Genova e Brindisi.
I provvedimenti scaturiscono da una complessa indagine eseguita dal Ras che, sviluppata attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione e di pedinamento anche transfrontalieri, ha potuto contare anche sulle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia.
In pratica si è così giunti ad individuare i presunti appartenenti al sodalizio - legato a delle famiglie ‘ndranghetiste soprattutto del reggino - e che stabilmente e continuativamente avrebbe importato i grossi quantitativi di hashish e cocaina dalla Spagna, stupefacente approvvigionato in Marocco e commercializzato prevalentemente sulla piazza torinese.
Gli inquirenti sono certi di aver poi scoperto come la droga venisse trasportata nel nostro paese, cioè nascosta in doppi fondi ricavati all’interno di autocarri o auto noleggiati o intestati a prestanome.
In Spagna è stato anche arrestato, l’Udyco, il latitante e narcotrafficante internazionale Rocco Piscioneri e un suo “uomo di fiducia”, individuato in Mario Antonio Di Giacomo, anch’egli latitante.
Gli investigatori spiegano che l’associazione, che avrebbe avuto la disponibilità di armi - inizialmente avrebbe avuto a capo proprio Piscioneri ma che dopo il suo arresto si sarebbe riorganizzata sotto la guida del fratello Cosimo.
GLI INDAGATI
Le misure cautelari in carcere sono state eseguite nei confronti di S.B., torinese (cl. ‘68); Giovanni Cannalire, brindisino trapiantato a Torino (cl. ’59); Orlando Carella, brindisino (cl. ’69); Mario Contrò, catanese trapiantato a Caselle T.se (cl. ‘55); Antonio Di Giovanni, torinese (cl. ’83); Natale Lupia, catanzarese trapiantato a Torino (cl. ‘52); Francesco Pannozzo, torinese (cl. ‘63); Cosimo Piscioneri, originario di Caulonia (RC), trapiantato in Spagna (cl. ’48); Antonio Squillace, cauloniese (cl. ’68); Bruno Trunfio, chivassese (cl. ‘69)
Luigi Tommaso TRISOLINO, leccese trapiantato a Torino (cl. ’37), è stato invece sottoposto ai domiciliari e Vittorio Di Giovanni, torinese (cl. ’76), all’obbligo di dimora nel capoluogo piemontese.
(aggiornata alle 10:02)