Questo pomeriggio, al termine di una sobria cerimonia, allo scrittore calabrese Saverio Strati, uno dei più originali narratori italiani del Novecento, è stata conferita la laurea Honoris Causa in Filologia moderna. Un prestigioso riconoscimento per l’86enne scrittore reggino, che ha visto partecipe l’intero corpo docente della facoltà di Lettere e Filosofia convenuto nell’Aula Caldora. I lavori della seduta di laurea sono stati introdotti dal Preside, prof. Raffaele Perrelli, il quale ripercorso brevemente le tappe che hanno portato all’approvazione del riconoscimento: <>. Dopo i saluti del prof. John Trumper, decano della Facoltà e delegato dal rettore, prof. Giovanni Latorre, impossibilitato a partecipare per sopraggiunti impegni istituzionali nella Capitale, è toccato alla Prof.ssa Margherita Ganeri, docente di Letteratura Italiana contemporanea, la lettura della motivazione della laurea honoris causa. <scrittore di assoluto rilievo, al quale si può tranquillamente attribuire la definizione di ultimo tra i veristi, originale e coerente con le sue idee, intellettuale libero, dalla fitta produzione letteraria, affatto provinciale che, a partire dagli anni 90, ha pagato un duro pegno alla emarginazione editoriale. Un artista dalla solida formazione autodidatta che ha saputo mostrare il suo sguardo lucido sugli eventi della realtà calabrese, che ha colto il fenomeno antropologico della ’ndrangheta, dalla marcata modernità e di alto spessore critico. In Strati - ha continuato la prof.ssa Ganeri – è centrale il tema dell’emarginazione e con i suoi innesti di parlato dialettale, con le sue distorsioni sintattiche è riuscito ad offrire immagini realistiche e straslate della Calabria, rinnovandone la cifra scrittura, offrendo immagini allegoriche di tutti Sud del mondo che questa terra raccoglie, ed esercitando una fondamentale leva culturale per alimentare interesse nei lettori delle giovani generazioni>>.
La Laudatio è stata affidata al prof. Vito Teti, ordinario di Discipline Demoetnoantropologiche. <>.
E’ toccato, infine, ad una emozionata Palma Comandè, nipote dello scrittore (rimasto nel suo ritiro di Scandicci, nella campagna toscana, per i suoi gravi problemi di salute) portare il saluto dello scrittore e il ringraziamento per il gradito riconoscimento: <“Il ritorno del soldato”, scritta a due mani dallo stesso autore e da Vincenzo Ziccarelli, suo grande amico ed estimatore.