Inchiesta Glicine, abbreviato: pioggia di assoluzioni, nove condanne

Crotone Cronaca

Nove condanne e quindici assoluzioni: si chiude così un troncone del processo scaturito dall’inchiesta Glicine (QUI). Davanti al Gup Distrettuale di Catanzaro sono comparsi dunque ventiquattro degli indagati che hanno scelto di essere giudicati col rito abbreviato.

Erano tutti coinvolti nell’indagine che nel giugno del 2023 fece esplodere un vero e proprio terremoto giudiziario (QUI) ipotizzando un presunto sistema clientelare che, secondo gli inquirenti, avrebbe visto camminare a braccetto politica e ‘ndrangheta, con quest’ultima, in particolare la famiglia Megna, meglio nota come dei “Papaniciari”, con a capo il presunto boss Mico Megna, che sarebbe stata infiltrata nella pubblica amministrazione cittadina.

L’indagine, durata per quasi cinque anni (è partita nel 2018) si è concentrata infatti proprio sugli assetti, i rapporti politico-imprenditoriali e le dinamiche criminali della locale del popoloso quartiere di Papanice.

Tra le condanne più pesanti inflitte dal giudice Sara Merlini quella a 16 anni di reclusione per Mario Megna e a 12 anni ciascuno per Giacomo Pacenza e Maurizio Del Poggetto.

Gli altri condannati sono Roberto Lumare, 8 anni; Rosa Megna, 8 anni; Cesare Carvelli, 6 anni e 8 mesi; Pietro Curcio, 6 anni e 8 mesi; Salvatore Lumare; 6 anni e 8 mesi; e Santa Pace, 6 anni e 8 mesi.

Così come richiesto anche dalla Procura è stato assolto invece Nicodemo Parrilla, ex sindaco di Cirò Marina accusato di associazione a delinquere per reati contro la pubblica amministrazione.

Sempre secondo la tesi dell’accusa si sarebbe messo a disposizione di Enzo Sculco - leader del gruppo politico de I Demokratici ed imputato anch’egli ma nel processo col rito ordinario - così da assicurarsi l’elezione a presidente della Provincia di Crotone ed il controllo degli appalti.

Tra gli assolti, ancora, Francesco Luigi Masciari, ex dirigente dell’Azienda sanitaria pitagorica, per il quale erano stati chiesti otto anni; e Alfonso Dattolo, attuale sindaco di Rocca di Neto, a cui si contestava il voto di scambio a favore dell'eurodeputato Massimo Paolucci.
Dello stesso reato dovevano rispondere Salvatore Mazzotta, imprenditore catanzarese, e Alessandro Vescio, coordinatore regionale di Comieco, anch’essi assolti così come sono usciti assolti Saverio Danese, Filippo Carrà, Andrea Corrado, Sandro Oliverio Megna, Domenico Pace, Antonio Pagliuso, Francesco Ruggiero, Carmine Stricagnoli, Piero Talarico, Giuseppe Villirillo.