Stazioni abbandonate a se stesse: luogo di degrado e di mancata sorveglianza
Riceviamo e pubblichiamo.
Le stazioni ferroviarie, luoghi principali di interscambi viaggiatori anche tra treno e bus, biglietto da visita principale delle cittadine, lungo la ferrovia jonica versano in condizioni a dir poco pietose, questo grazie all’incuria di persone poco corrette (straniere e non) e al menefreghismo più totale da parte di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) che ne gestisce o meglio ancora, ‘dovrebbe’ gestire l’infrastruttura ferroviaria.
Tante le stazioni ferroviarie sulla linea jonica che sono abbandonate tipo: Rossano, Mirto-Crosia, Calopezzati, Cariati ecc.
Entrando già nella sala d’attesa della stazione di Rossano, prendiamo questa in considerazione in quanto malconcia, ci si rende conto del cattivo odore; un mix tra alcool e urina allo stato puro.
La pavimentazione, interna ed esterna, sembra non esser mai stata pulita. Peraltro sono presenti liquami a terra e ai bordi dei muri, carte, sporcizia e bottiglie, anche sui binari.
Poi, va beh!, se vogliamo mettere che lo schermo orario non è funzionante e l’obliteratrice Trenitalia bloccata da qualche arnese inserito per conto dell’“intelligentone” di turno per evitare la convalidazione del biglietto, non se ne esce più.
Uscendo dalla sala d’attesa, si può notare come i marciapiedi sono luridi di sporcizia invecchiata e di bisogni fisiologici fatti ad ogni singola colonna.
Dalla grande pensilina che ricopre il marciapiede del binario 1, quando piove filtra addirittura l’acqua da alcune giunture, che hanno determinato il cedimento di parecchi mattoni presenti sulla muratura di “abbellimento” della stessa.
Per non parlare dell’illuminazione da “far-west”. Infatti in più punti i neon e le lampadine dei lampioni presenti sui marciapiedi non vengono sostituiti da almeno 5 anni. Nello specifico, i neon presenti sul fabbricato e anche quelli sul lato strada, compresa l’insegna della stazione.
“Una cosa che mi ha toccato fortemente - ci spiega uno dei tanti ragazzi pendolari - è stato vedere un signore anziano, che poveretto si manteneva appena appena in piedi, diretto ad Amendolara. Doveva tornare al suo paese però questa volta senza l’ausilio dei familiari. Era stato fatto un biglietto di andata in una tabaccheria fino a Sibari perché poi c’era il cambio per il bus sostitutivo per andare ad Amendolara, pensando che lo stesso valesse anche sul bus”.
“Se non c’ero io che, avendolo visto in difficoltà lo aiutavo a capire la situazione – aggiunge il giovane - il bus lo avrebbe perso e addirittura sarebbe salito senza biglietto; e così l’ho munito dell’apposita adduzione da Sibari ad Amendolara con un altro biglietto fatto da me alla biglietteria automatica che non sapeva usare”.
E questi sono pochi dei tanti scenari che ci si ottiene quando una stazione è impresenziata, o meglio dire abbandonata a se stessa.
“Quando la stazione di Rossano negli anni d’oro classe ’80-‘90 era ancora aperta, con tutti i servizi - affermano alcuni anziani nelle vicinanze della stazione - non mancava nulla. Era presente la biglietteria, la stazione sempre pulita, l’utente era correttamente informato sulle destinazioni, c’era il capostazione che dava il via ai treni con paletta e fischietto e nel contempo sorvegliava la stazione; erano presenti anche i termosifoni ed i bagni della stazione sempre aperti. Una volta ricordo che erano presenti anche delle piante che rendevano più accogliente l’ambiente della stazione. Vedere ora come si sia ridotta, mi duole il cuore”.
Anche nella stazione di Mirto-Crosia e Corigliano si riversano puntualmente azioni vandaliche di ragazzini (e non solo) che frequentano la stazione costantemente, ma dopo più volte che questi atti si sono ripetuti per più volte ancora, non si capisce come RFI voglia contrastare questi fenomeni.
I tempi oramai sono cambiati grazie all’evoluzione tecnologica, che ha portato sempre più all’automatizzazione degli impianti ormai telecomandati. Se da un lato più sicuri, dall'altro si riduce il costo del personale, e ciò ha reso le stazioni, punti di degrado e abbandono.
Di fatto, secondo alcune indiscrezioni, non verrebbero mai controllate, se non solo gli edifici dove vengono ubicati gli impianti che vengono controllati anche a distanza. Servirebbero più controlli quantomeno settimanali anche nel resto della struttura.
Il dubbio, che di fatto sorge in più persone, sarebbe dell’esistenza di un ente o funzionario addetto al controllo delle stazioni, perché secondo le ultime “non è più possibile stare in una stazione in condizioni disastrose, agli occhi degli stessi dipendenti RFI che “guardano dritto e passano” non facendo presente e ignorando le problematiche magari per paura di perdere il posto di lavoro o magari perché a loro poco importa in quanto lo stipendio viene percepito ugualmente.”
Una situazione spregevole che vessa utenti e pendolari che confidano in una presa di posizione da parte di RFI, affinché le stazioni, quantomeno le più grandi, riacquistino quell’importanza che per un inspiegabile motivo ne sono state private.
Paolo Sapia, Rossano
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