“Reggio in jazz”. Bis e applausi scroscianti per il duo Caine e Fresu
Ieri sera, al Teatro comunale “Francesco Cilea” di Reggio Calabria, un pubblico folto e competente ha accolto secondo i loro meriti due artisti straordinari, il pianista di Philadelphia Uri Caine e il trombettista di Berchidda Paolo Fresu, jazzmen molto conosciuti ben oltre i confini dei rispettivi Paesi.
Tempo d’ingranare le marce con Dear Old Stockholm ed è sùbito festa jazz, con la rielaborazione di uno dei capisaldi dell’opera di George Gerswhin, I Loves You, Porgy (1935), incisa dai due artisti già nel loro primo album realizzato in tandem, Things (2006), che peraltro si apriva proprio con l’opening act del concerto. Tributi già oggetto di produzione discografica anche per Mina (E Se Domani) e a uno dei brani jazz più noti anche ai non addetti ai lavori, Cheek To Cheek dell’immenso Irving Berlin.
Giubilo, naturalmente, per i jazzofili e per tutti gli amanti della buona musica.
Dopo un sentito omaggio al grandissimo Claudio Monteverdi (Sì Dolce Il Tormento), riflettori in particolare sul Grande Sardo del jazz grazie a una pirotecnica versione di un classicissimo rollinsiano, Doxy (presente nel secondo album inciso insieme da Fresu e Caine nel 2009, Think), peraltro innervata da un inarrestabile walking bass di Caine, a suo agio in abiti informali, a fronte di un Fresu impeccabile in giacca blu elettrico.
Non poteva mancare il tributo alla madrigalista del XVII secolo Barbara Strozzi, soprano e compositrice particolarmente amata da Paolo Fresu, che ha fortemente voluto riproporre il barocco di due composizioni dell’artista veneziana: L’Amante Bugiardo e La Travagliata (brani presenti entrambi nel terzo e più recente album, dopo Things e Think, inciso insieme da Fresu e Caine, Two Minuettos, registrato live al Teatro dell’Elfo di Milano, il cui repertorio principalmente ha dato linfa all’esibizione reggina).
Tra il ripescaggio di un brano d’epoca e l’altro, spazio – com’è ovvio – anche alla produzione dello stesso trombettista (Fellini, Centochiodi) e del suo vecchio compagno d’avventure musicali, nato a “Philly” ma newyorchese d’adozione (The Dragon, Cowboys And Indians).
Tasselli di un intarsio raffinatissimo, sebbene non di facile ascolto.
A dir poco micidiale il lavoro armonico e di growing up pianistico di Uri Caine nella riuscitissima rielaborazione del capolavoro di Dizzy Gillespie Night In Tunisia, brano trascinante. Alla fine dell’esecuzione, applausi scroscianti per il preziosissimo duo jazz e ripetute richieste di bis.
La chiusura è per il Samba Em Prelúdio capolavoro di Vinicius de Moraes e Baden Powell de Aquino: si riaccendono le luci, ma il pubblico di Reggio Calabria lascia palchi e poltrone con una piccola luce inestinguibile nel cuore.