Lamezia, Giovani democratici in campagna d’ascolto: immigrazione al centro
Si è svolta sabato scorso, a partire dalle 15.00, la Campagna di Ascolto dei Giovani Democratici di Lamezia, iniziativa promossa dai Gd in tutta la regione. I Giovani Dem lametini, con la partecipazione dei rappresentanti di altri circoli del comprensorio e del Segretario Regionale Mario Valente, si sono riuniti presso la sede Pd cittadina dando vita ad una discussione positiva e fruttuosa. Contestualmente si è celebrato il tesseramento 2017 dei Gd ai quali è possibile iscriversi entro il 31 gennaio, recandosi presso la sede Pd cittadina venerdì 19 e venerdì 26 oppure mandando una mail a Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .
A fare da traino alla filosofia e agli spunti per questo evento di ritrovo e confronto, la ricorrenza – molto importante e significativa – del 14 gennaio, ossia della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.
“Prendendo spunto dal celebre film “Fuocoammare”, si è creato un dibattito su un tema più che mai attuale e dalle molteplici sfaccettature – è quanto riporta la nota. Molte delle quali sono rielaborate ad hoc da partiti di destra (e non solo) per alimentare un clima di insicurezza e diffidenza generale quando, in realtà, quello che si sta vivendo nelle acque del Mediterraneo è un dramma umano di proporzioni enormi e che deve poter essere gestito in un modo consono al grado di civiltà raggiunto dalla società occidentale moderna”.
“È molto importante, anzi, vitale, riconoscere negli eventi in atto le numerose criticità che li causano, ed è altrettanto importante saper adottare strategie adeguate all’emergenza, sia in campo politico che umanitario - è il parere dei Gd - i flussi di persone che scappano dalle proprie terre a causa di guerre civili hanno raggiunto proporzioni tali da aver attirato l’attenzione di una comunità europea ora molto più sensibilizzata al problema rispetto a qualche anno fa”.
“Non solo, la tematica è ormai diventata molto sentita e discussa anche in ambito internazionale, anche se – bisogna dirlo – quanto è stato fatto fino ad ora per gestire in fenomeno è lungi dall’essere perfetto e gli spunti per migliorare sono molteplici - ha proseguito la riflessione del direttivo. Quello che noi tendiamo erroneamente a inquadrare come l’unico passaggio di queste migrazioni di emergenza, ossia la traversata del Mediterraneo, è per molti rifugiati solo un tassello di un puzzle molto complesso che li vede scappare e coprire enormi distanze in un’Africa martoriata e piena di ostacoli. Non sono pochi, infatti, quelli a perdere la vita nell’attraversamento del Sahara, un ambiente estremo e con caratteristiche opposte al Mediterraneo”.
“Di fronte a simili tragedie che avvengono a poche decine di chilometri dalle nostre coste, troviamo assurde le pretese di chi al momento vuole attirare un consenso politico non sulla base dei propri meriti e dei propri programmi di sviluppo – si legge ancora nella nota - bensì vuole farsi portatore di una battaglia contro fantomatici e pericolosi “invasori” intenti a “sostituire” la popolazione italiana con una popolazione di immigrati “clandestini”. Se c’è una cosa che è scaturita all’unanimità dal confronto costruttivo organizzato dai Gd di Lamezia, è proprio la volontà, nonché la necessità, di mettere l’umanità prima di tutto, e di saper analizzare le criticità in un modo obiettivo, sapendo fare proposte coraggiose e in controtendenza rispetto al clima di terrore che molti vogliono alimentare”.
È chiara l’opinione del partito sul “tema dell’immigrazione, dunque, cruciale per il nostro Paese nonché per l’Europa intera. C’è una cattiva informazione di fondo che non facilita qualunque tipo di intervento si voglia realizzare e rende l’intero mondo vulnerabile, soggetto a qualsivoglia ingiustizia. Considerare tutti gli immigrati delinquenti non fa che alimentare l’odio. L’odio genera sempre più odio e nessun Paese ha bisogno di questo. L’Italia e, più in generale, l’intera Europa possono invece utilizzare questa occasione, il loro arrivo, in modo differente”.
“Possiamo fare in modo che loro diventino una risorsa e non una minaccia. Come? Prima di tutto non considerarli solo come un caso di emergenza: una volta arrivati sulle nostre coste, non chiudendoli nei centri di accoglienza, lasciarli lì, senza coinvolgerli, senza comunicare con loro, senza che respirino aria di libertà. Qui, in Calabria, ci sono tanti paesini poco popolati perché la maggior parte delle persone decide di andar via, che sia per lo studio, per cercare lavoro. Così facendo anche le antiche tradizioni culinarie, artigianali e così via, pian piano tendono a scomparire. Ciò accade in tutta Italia, specialmente al Sud. Si può insegnare loro ciò che stiamo perdendo. I territori possono rivivere grazie a loro – commenta ancora la nota. Le tradizioni possono vivere grazie a loro. Così facendo essi potranno avere quell’opportunità che gli è stata negata nel loro Paese d’origine e noi mantenere tutto ciò che ci ha sempre contraddistinti nel mondo”.
“I muri nei confronti degli immigrati non sono una soluzione – closa nota - significherebbe nascondere la polvere sotto il tappeto che prima o poi non si potrà più nascondere e tutto sarà sempre più complicato”.