Lavoro, Cgil: a rischio 200 lavoratori della Abramo Printing
“Apprendiamo con forte preoccupazione la notizia della perdita della commessa Poste per l'azienda Abramo Printing & Logistics. Da 4 anni, la crisi complessiva che ha investito il settore della stampa, costringe i lavoratori di questa azienda a pesanti sacrifici. Per contrastare gli esuberi e scongiurare licenziamenti sono stati stipulati accordi di cassa integrazione prima e di solidarietà poi, l'ultimo sottoscritto poco più di un mese fa fino a settembre 2018. Quanto emerso nel comunicato aziendale, se confermato, sarebbe di gravità inaudita. Non sarebbe la prima volta che Poste Italiane manda in difficoltà aziende calabresi per una gestione poco chiara negli appalti”.
Lo denuncia in una nota la segreteria regionale della Slc Cgil Calabria. La Abramo si troverebbe così ad affrontare il rischio di perdere la commessa di Poste.
Il 18 gennaio scorso l’azienda ha infatti aggiudicato la gara in via provvisoria alla società Rti Step spa-Ciscra spa, con un ribasso del 20,46%, dopo aver attribuito a tutte le aziende partecipanti lo stesso e il massimo punteggio per l'offerta tecnica, nonostante Abramo Printing fosse la sola azienda non in Rti e capace di svolgere in autonomia, senza subappalti e presso un unico sito produttivo tutte le attività oggetto di gara.
Il ribasso applicato non permetterebbe alla società calabrese di proseguire le attività ma la stessa ha comunque comunicato di provvedere alle verifiche della gara.
“Già in passato – dice ancora la segreteria Slc - siamo stati costretti a gestire crisi a causa di scelte scellerate nell'affidare appalti ben al di sotto del costo del lavoro da parte della più grande azienda del paese. Nonostante questa azienda nell'affrontare la crisi, abbia dimostrato pesanti lacune, specie nella pianificazione delle attività e nella gestione delle risorse umane, nel corso di questi anni, la professionalità dei lavoratori e la serietà delle organizzazioni sindacali hanno favorito il mantenimento del perimetro occupazionale, scongiurando licenziamenti”.
“Ma questa ulteriore perdita di attività – sbotta la Sigla - grida vendetta, specie se fosse confermato il ribasso di oltre il 20% del prezzo di aggiudicazione dell'appalto”.
La Slc Calabria ha già chiesto l'intervento della segreteria nazionale, sperando che Poste Italiane possa rivedere le sue scelte e scongiurare un ulteriore “dramma sociale” che la regione “non può permettersi”.
“Non esiteremo però, qualora attraverso il dialogo non si trovassero soluzioni, ad investire della problematica le autorità competenti in materia di anticorruzione e gestione degli appalti. Troppi posti di lavoro – conclude il sindacato - sono messi a rischio in questa terra per una gestione allegra negli appalti, e non è accettabile che Poste Italiane, azienda a maggioranza pubblica, ignorando il rispetto della legge, metta in ginocchio centinaia di lavoratori calabresi”.