Traffico di droga. La ‘ndrangheta è sempre più “monopolista”
La fornitura di cocaina asse di collegamento tra la ‘Ndrangheta calabrese e Cosa Nostra siciliana. Sempre più frequenti sarebbero infatti i rapporti tra le due consorterie. Sulla sponda “continentale”, in particolare, la mafia preferirebbe rifornirsi, soprattutto, da soggetti organici alle cosche del reggino.
Cosa nostra, dunque, non importerebbe più e direttamente la “polvere bianca” dal Sud America, scegliendo di comprala dalla 'ndrangheta, divenuta, quest’ultima, "una delle più potenti organizzazioni criminali dell'Europa occidentale”.
Ad affermalo è il presidente della Corte d'appello di Palermo, Matteo Frasca, nella sua relazione in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario sottolineando anche come i calabresi siano gli unici “in possesso dei contatti e delle rilevanti risorse finanziarie che consentono di trattare alla pari coi narcotrafficanti colombiani e messicani”.
Il che si traduce nella possibilità per la ‘ndrangheta di far arrivare in Italia enormi quantità di droga, in particolare via mare a bordo di container che giungono direttamente nel porto commerciale più grande del Mediterraneo, ovvero quello di Gioia Tauro.
È nello scalo calabrese infatti dove viene sequestrato quasi il 10% della cocaina importata, una percentuale ritenuta “assolutamente fisiologica” dai narcotrafficanti calabresi.
Un altro canale utilizzato da Cosa Nostra per approvvigionarsi di stupefacenti è anche la Camorra napoletana, sebbene - ha sottolineato ancora Frasca - sia un circuito usato sempre meno frequentemente: in questi casi la droga arriva a Palermo a bordo dei traghetti in partenza dal capoluogo partenopeo.