Pinto (Pd) sollecita Oliverio: “recupero delle ferrovie, ricchezza caduta nell’oblio”

Catanzaro Infrastrutture

“Le gloriose Ferrovie Calabro Lucane, da troppi anni dimenticati dalle istituzioni, in primis regionali. Una ferrovia costellata di bellissime stazioni oggi in abbandono, caselli e piccole fermate. Una fermata può rappresentare un punto di arrivo e partenza di percorsi da per fare escursioni, visite guidate naturalistiche, culturali e storiche nei centri abitati. Stazioni che nella maggior parte si trovano proprio nel centro abitato, dove non mancano già oggi alcune attività di ristorazione le quali rappresentano un valore aggiunto al percorso ferroviario. La riattivazione della ferrovia a scartamento ridotto delle due tratte sulla parte tirrenica della nostra provincia oggi Città Metropolitana consentirebbe a questi territori di iniziare un percorso di riconversione e di rilancio in particolare delle strutture ricettive, commerciali e gastronomiche. Le due tratte sono: la Gioia Tauro - Cinquefrondi e Gioia Tauro - Sinopoli - San Procopio”.

È Giuseppe Pinto responsabile delle Politiche del Territorio e membro del Pd reggino che implora il presidente Oliverio.

“La tratta Gioia Tauro – Cinquefrondi si sviluppa per 32 Km tra fermate e stazioni fermandosi si attraversano i territori di Villa Cordopatri, Rizziconi, Cannavà, Amato, San Martino, Taurianova, Cittanova, San Giorgio Morgeto, Polistena e Cinquefrondi. Invece la tratta Gioia Tauro – Sinopoli – San Procopio è lunga 26 km ed interessa fermate e stazioni che si trovano nei territori di San Fantino, Palmi, Seminara, Melicuccà, Valli, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Sinopoli e San Procopio” – spiega la nota.

“Questo mezzo di trasporto, deve ritornare a scorrere sui binari, devono diventare un obiettivo strategico del Governo regionale – incalza Pinto - perché favorisce quel riequilibrio territoriale tra costa ed entroterra, riattivando e potenziando un indotto non solo di mobilità alternativa ma di veicolo di collegamento pendolari e turistico, come dimostrano le esperienze in altre parti della nostra amata Italia. Per esempio in provincia di Siena, dove ci sono esperienze di treni e tratte dedicate a percorsi tematici come la viticoltura, o in Lombardia, dove esiste un treno a vapore che costeggia il lago d'Iseo”.

“Egregio presidente…strutture di viabilità importanti come lo svincolo Bagnara Sant’Eufemia. Svincolo che non era solo una delle porte di accesso per l’Aspromonte ma serviva tutti comuni del circondario – avanza ancora - e quindi circa 30 mila abitanti che si collegavano ad esso con l’unica strada Ss12. La mancata realizzazione da e per la città capoluogo Reggio di Calabria ha messo in ginocchio un territorio sul piano della sicurezza e incolumità pubblica poiché in caso di emergenza, per salvare una vita umana, bisogna percorre 8 km in più per raggiungere l’ospedale di Scilla o quello di Reggio di Calabria. In ginocchio un territorio che viveva di commercio agricoltura prelibatezze gastronomiche e di turismo”.

“Bisogna attuare un tavolo tecnico coinvolgendo i comuni interessati per iniziare un percorso di riqualificazione di queste tratte ferroviarie valutandone le effettive condizioni strutturali in quanto ci sono punti che rappresentano veri capolavori di ingegneria costruttiva e innovazione negli anni venti. Ciò è riscontrabile nella zona di Sant’Eufemia ed in particolare il ponte che attraversa il fiume Petrace. Un ponte che è stato oggetto di contestazione con chi voleva demolirlo, da parte di chi ha sempre pensato che la littorina storica o moderna non doveva più transitare. Un ponte che necessita di un intervento di sistemazione idrogeologica per mettere in sicurezza i piloni in cemento che lo reggono – ha detto innanzi - penso che l'indotto culturale e turistico che può scaturire dalla riattivazione di queste linee ferrate non è da sottovalutare. In questo territorio potrebbe nascere una Metropolitana di collegamento di tutta l’area”.

Ed ancora secondo Pinto “dovrebbe nascere un servizio integrato, innovativo ed alternativo al gommato che molte volte non garantisce efficienza e crea disservizi come più volte si si riscontra dai giornali locali leggendo le lamentele da parte dell’utenza. Queste linee ferrate di collegamento possono divenire se rivalutate una realtà urbana di eccezionale valore storico artistico e di bellezze naturale come sono questi territori dell’entroterra aspromontana che con le loro bellezze possono divenire una meta turistica… o garantire la mobilità pendolare ma soprattutto turistica, abbattendo il traffico automobilistico urbano ed extraurbano, l’inquinamento e gli incidenti stradali e, soprattutto, per dare una soluzione alla depressione economica e alla mancanza di lavoro attraverso il rilancio dei territori”.