Operazione “Santa Tecla”, Salvatore Mollo si suicida nel carcere de L’Aquila
Gli agenti della polizia penitenziaria de L’Aquila in servizio presso il super carcere "Le Costarelle" di Preturo, stanno indagando per risalire ai motivi che hanno spinto al suicidio Pietro Salvatore Mollo, calabrese arrestato per associazione mafiosa e detenuto in regime di 41bis, che si è impiccato in cella
L'uomo era nel supercarcere da un mese fa e al momento non si conoscono le cause del gesto estremo messo in pratica con un lenzuolo che è stato legato ad una delle inferriate della finestra.
Mollo era stato arrestato a luglio a Corigliano Calabro, nel cosentino, insieme ad altre 66 persone nell'ambito dell'operazione "Santa Tecla" condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e eseguita dagli uomini del Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro, in collaborazione con i colleghi dello Scico di Roma e dai Carabinieri del comando provinciale di Cosenza. Le persone coinvolte furono accusate di far parte di una pericolosa organizzazione 'ndranghetistica con base nell'alto Ionio cosentino e accusate di associazione mafiosa, estorsione, usura, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Le forze dell'ordine eseguirono anche il sequestro di beni mobili, immobili, attività commerciali e conti correnti bancari per un valore complessivo di circa 250 milioni di euro. Per gli inquirenti Mollo ricopriva una posizione di rilievo all'interno del clan coriglianese e insieme al cognato Alfonso Sandro Marrazzo e ad altri sodali, avrebbe avuto un ruolo di assoluto rilievo nel traffico di droga gestito dalla cosca ed in diverse attività estorsive e usurarie.
La salma è stata messa a disposizione dell'autorità giudiziaria che potrebbe disporre dell'autopsia prima di concedere il nullaosta per i funerali.