‘Locale di Corigliano’, presunto boss suicidatosi al 41 bis: confiscati i beni
Beni per un valore di circa 800 mila euro sono stati confiscati dai finanzieri del Gico di Catanzaro. Oggetto del provvedimento un’unità immobiliare e un magazzino di ampia metratura, già sequestrati nel mese di luglio dell’anno scorso e riconducibili ad un esponente della “locale di Corigliano”.
L’uomo, suicidatosi in carcere nel 2010, ritenuto personaggio di vertice della ‘ndrangheta sibarita, si trovava in al regime del 41 bis dopo essere stato coinvolto nell’operazione denominata “Santa Tecla” e condotta dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria catanzarese.
Le indagini patrimoniali svolte dalle fiamme gialle consentirono di ricostruire un complesso patrimoniale costituito da beni immobili, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alle capacità economico-reddituali dei rispettivi titolari.
I beni, definitivamente confiscati, rientrano ora nella disponibilità dello Stato grazie anche alle recenti disposizioni normative del Codice antimafia che prevede la possibilità, in caso di morte di un indiziato per mafia, di aggredire i beni nei confronti degli eredi.
Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Cosenza su richiesta del procuratore distrettuale del capoluogo di regione.