Tuo figlio ha avuto un incidente, paga e si salva. Così hanno truffato centinaia di vecchietti

Calabria Cronaca

La scaltrezza dei truffatori pare non avere limite. Come nel caso della trentina di persone finite oggi in arresto: avevano architettato un sistema per ingannare le “solite” e deboli vittime anziane, e che gli ha consentito di guadagnare a loro spese qualcosa come mezzo milione di euro.


Il metodo ha dell’incredibile: si andava sulla Pagine Bianche e si sceglievano dei nomi propri comuni agli inizi del ‘900. Un elemento che garantiva ai furfanti di esser certi che si trattasse di persone avanti nell’età.

Un bersaglio facile, dunque, che telefonisti “esperti” contattavano poi per telefono spacciandosi quando per carabinieri, a volte come avvocati o agenti assicurativi, comunicando alle vittime designate che era avvenuto un grave incidente stradale in cui era rimasto coinvolto un loro parente, di solito un figlio o un nipote. Poi la richiesta di denaro per risolvere i guai del familiare.

Spaventati, i malcapitati hanno pagato: nella maggior parte, non meno di 4 mila euro a testa. In un caso, una donna ligure è stata derubata di preziosi e gioielli per l’importante cifra di 100 mila euro.

Così sarebbero stati messi a segno ben un centinaio tra estorsioni e truffe ai danni di anziani di tutt'Italia; e le cifre non è escluso che possano lievitare ancora.

Un meccanismo truffaldino interrotto oggi dai carabinieri di Reggio Emilia, che nell’ambito di un’operazione denominata “Porta a Porta”, su ordine del Gip del capoluogo emiliano, su richiesta del sostituto procuratore Maria Rita Pantani, hanno fatto scattare le manette ai polsi di 31 persone ed eseguito delle perquisizioni.

Il blitz è stato eseguito in diverse regioni della Penisola (Puglia, Lazio, Lombardia e Campania) ma anche in Calabria, in particolare a Lamezia Terme, dove è stata effettuata una perquisizione sebbene con esito negativo nei confronti di uno degli indagati, un 33enne della città della Piana. Ma la nostra regione è stata comunque interessata da almeno 9 "colpi", quattro nel vibonese, tre nel catanzarese e due nel reggino.

Le accuse contestate, a varie titolo, sono di estorsione e rapina aggravata ai danni, come dicevamo, di persone anziane o comunque in condizioni di minorata difesa; e poi la violenza privata e la circonvenzione di incapace.

Utili alle indagini anche le intercettazioni telefoniche captate dai militari. Nei nastri gli investigatori hanno potuto ascoltare le voci delle vittime in lacrime, preoccupate e spaventate per la sorte dei propri congiunti raccontata loro dai telefonisti.

C’è anche il caso di uno degli anziani, una donna, che accortasi di essere stata raggirata ha iniziato a piangere e urlare dal balcone ai truffatori in fuga di restituirle almeno la fede del marito ormai deceduto.

Grazie alle attività tecniche i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Reggio Emilia hanno beccato in flagranza di reato 12 dei presunti truffatori - di cui quattro finiti in arrestato e gli altri denunciati – riuscendo a recuperare del denaro e dei preziosi portati via alle vittime.