Mostra “Tracce dell’antico sulla tavola dei Calabresi” al Museo dei Brettii e degli Enotri
Lagane e ceci, murseddu, pitta ‘mpigliata, cuccìa, fritture di Natale: il fast food pur tanto in voga nulla ha potuto contro questi piatti che arrivano dal passato remoto ed ai quali non sappiamo resistere ancora oggi. Per chi si interessa di alimentazione ed ha passione per stoviglie e tavole imbandite, è da non perdere la Mostra "Tracce dell'antico sulla tavola dei Calabresi”, inaugurata oggi al Museo dei Brettii e degli Enotri, dove resterà fino al 21 febbraio. La Mostra offre spunti di conoscenza e di riflessione non solo sul come si mangiava e sul modo di imbandire la tavola nelle civiltà greche e romane, ma anche su quanto di quelle epoche è giunto fino alle tavole odierne, sulla evoluzione culturale che ha subito nei secoli la preparazione dei cibi, sugli intrattenimenti collaterali ai pasti.
“L’operazione è innanzitutto culturale – come ha spiegato la direttrice del Museo dei Brettii e degli Enotri Maria Cerzoso- e nasce dalla collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria ed il Comune di Cosenza, il Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia ed il nostro Museo. Ma è anche un’operazione didattica, con i ragazzi dell’Istituto Alberghiero Mancini di Cosenza coinvolti direttamente e con l’auspicio che venga visitata da tante scolaresche.”
Il Sindaco Salvatore Perugini non ha fatto mancare il proprio saluto. Perugini ha definito il Museo di S. Agostino “una scommessa riuscita, poiché è stato centrato l’obiettivo di farne un luogo vitale e vissuto. E’ la condivisione il motore delle iniziative. Sono certo che dopo anni in cui l’intero Mezzogiorno ha misconosciuto questo valore, ora siamo in una fase di piena inversione di tendenza. Continuare su questa strada è l’unico modo per mettere in campo la nostra offerta turistico-culturale, che è di assoluta avanguardia”. La Mostra ha potuto contare sul sostegno di Banca Carime, senza il cui intervento, viste le attuali condizioni finanziarie delle amministrazioni pubbliche culturali, non sarebbe stata possibile.
La Sovrintendente Simonetta Bonomi ai Beni Archeologici della Calabria lo ha detto senza reticenze. “Con il 50% di tagli alla cultura operati dal Governo rischiamo di veder chiudere tutti i Musei della regione”. Intanto, però, i buoni progetti vanno avanti. Questo ha potuto contare sulla passione di alcune donne ai vertici delle rispettive strutture: oltre alla Cerzoso e alla Bonomi, Maria Teresa Iannelli che dirige il Museo di Vibo Valentia e ha prestato numerosi reperti, e la professoressa Francesca Valentini, docente dell’Istituto Alberghiero “Mancini” di Cosenza, la quale ha impegnato i ragazzi della terza classe in un approfondito studio sul tema.
Dopo le interessanti relazioni della dottoressa Iannelli e della professoressa Valentini, l’inaugurazione si è conclusa con la degustazione di un’ottima cuccìa, preparata in versione sia dolce che salata dai ragazzi dell’Alberghiero. Doverosamente da citare le cantine Spadafora di Mangone che hanno offerto il vino per l’evento inaugurale.
La Mostra ricostruisce ambientazioni greche e romane con l’esposizione di reperti e pannelli che documentano le varie epoche e ne spiegano le caratteristiche. Il Lanificio Leo di Soveria Mannelli ha messo a disposizione tessuti con disegni simili a quelli antichi, realizzati ad hoc per alcune parti delle ricostruzioni.