Rancori per la morte del figlio, prende una roncola e uccide il marito nel sonno
Forse dei rancori, dei dissapori maturati nel corso degli anni tra marito e moglie dopo la morte del figlio Domenico, ucciso nel 2008 a Sinopoli dopo una lite.
Potrebbero essere queste le motivazioni che avrebbero portato la donna, nel pomeriggio di ieri, ad aggredire il consorte, Rocco Cutrì, di 64 anni, mentre questi dormiva colpendolo alla testa con una roncola.
Le ferite riportate non hanno lasciato alcuno scampo alla vittima, morta prima dell’arrivo dei soccorsi chiamati dal figlio, resosi conto per primo di quanto era accaduto.
I Carabinieri di Palmi e della Stazione di Castellace di Oppido Mamertina, insieme al Nucleo Investigativo del Gruppo di Gioia Tauro, hanno arrestato la moglie, Maria Giuseppina Barca, 63enne originaria e domiciliata a Castellace che è stata portata nella circondariale di Reggio Calabria “San Pietro”, da dove dovrà ora spiegare agli inquirenti il motivo del gesto.
Sul luogo del delitto i militari hanno ritrovato la roncola utilizzata per colpire a morte l’uomo: sporca di sangue e compatibile con le ferite rilevate sul cadavere, era nel giardino di una casa disabitata vicina all’abitazione dei coniugi.
Cutrì era noto agli inquirenti per la sua presunta vicinanza alla cosca “Alvaro-Violi-Macrì”, ed era il suocero di Carmine Alvaro, 64enne detto “u cuvertuni”, affiliato di spicco del clan, il cui spessore criminale sarebbe emerso nell’ambito delle indagini susseguitesi sul sodalizio sin dagli anni ‘80, con l’indagine “Prima”, tanto da scontare la condanna per associazione di tipo mafioso al 41-bis, il carcere duro.
Le indagini sull’omicidio sono coordinate personalmente dal Sostituto Procuratore della Procura di Palmi Ignazio Vallario, intervenuto sul posto, e sono concentrate sulla ricostruzione delle ultime ore della vittima che da quanto appreso avrebbe trascorso la giornata a casa con la moglie.