Riccio: “La mia analisi politica del voto del 4 marzo"

Catanzaro Politica

A due giorni dalle elezioni, il consigliere comunale di Catanzaro, Eugenio Riccio, ha deciso di fare una disanima del voto. Plaude a Wanda Ferro. “Emarginata due volte, prima da una legge elettorale approvata dalla maggioranza di centro destra in consiglio regionale che l’ha tenuta fuori dall’assise inspiegabilmente, poi da una cordata di aspiranti onorevoli che l’ha allontanata dal suo collegio elettorale naturale per spedirla laddove non era il suo territorio. Ha condotto una campagna elettorale a mani nude e testa bassa, ragionando sull’attualità dei problemi di quel territorio e della nostra terra, senza codazzi e seguiti ridondanti, ossequiosi dei potenti e sprezzanti degli avversari, ed è stata premiata riuscendo nell’impresa di battere due parlamentari uscenti”.

Poi “ci sono i vincenti del Movimento 5 stelle. A loro le congratulazioni più sincere ma una serena raccomandazione, il difficile non è prendere voti, soprattutto catalizzare malcontenti, in territori con sacche enormi di disoccupati, il difficile è governare e dare risposte concrete ai cittadini. Ci auguriamo che dal prossimo 23 marzo gli onorevoli eletti si facciano promotori di iniziative atte a migliorare, dall’ interno dei palazzi romani, le situazioni di gravissimo deficit economico e sociale dei nostri territori dimostrando, con i fatti, preparazione e capacità di governo”.

Poi una critica al Pd. “Rimproverare la gerenza dei democratici di aver voluto tenere fuori dalla discussione pre elettorale una parte importante dell’opposizione cittadina che pure aveva sostenuto un candidato sindaco innaturale per caratteristiche e storia, è demagogico e potrebbe apparire pretestuoso. Quello che più sorprende è che gente di esperienza si sia talmente staccata dal territorio da non capire, non percepire, il malcontento delle periferie, l’insofferenza dei quartieri più popolosi lasciati senza governance, il bisogno urgente di un nuova classe dirigente di essere valutata e messa alla prova per l’impegno dimostrato e non per la capacità di portare una borsa. Niente di questo è arrivato a chi già aveva incarichi romani e a chi vi aspirava. Non è nostro compito dare consigli non richiesti e non voluti, ma oggi la città è un po’ più debole e oggi più di ieri resteremo vigili affinché guerre fratricide, desideri di riscatto personale, tentativi di recuperare terreno verso progetti saltati, non diventino una tagliola per lo sviluppo di un capoluogo di regione che tale deve restare sulla carta e nei fatti, senza perdere più tempo”.