Consigliere Bartucci: “Il Castello svevo è e rimane di Rende”

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“Il Castello svevo-normanno è e resta del Comune di Rende. Ad affermarlo è proprio Roberto Bilotti, il mecenate che ha donato 350 opere artistiche e che attualmente svolge la funzione di gestore scientifico del Museo che illustra l’arte italiana del Novecento, dall’informale alla cosiddetta arte povera”.

A rincarare la dose è il Consigliere comunale Mario Bartucci che spiega: “oggi che il Centro storico perdura invece nel più completo abbandono - aggiunge Bartucci - è giunto il momento di dare un nuovo impulso alla sua rinascita. E questo lo può fare l’Amministrazione comunale, che deve cogliere l’occasione del restauro del Castello per affidargli, alla fine, nuovi compiti che potranno diventare il motore trainante per la creazione di nuovi servizi e nuove attività commercial”.

“Il Museo che attualmente è ospitato all’interno dello stesso Castello ha avuto un percorso che può essere tranquillamente definito “invisibile”. Queste le considerazioni del rappresentante del Centro Destra: “in questi anni poche sono state le mostre allestite e pochissimi i visitatori ospitati. Spesso, il luogo che doveva essere a disposizione di eventuali visitatori è rimasto chiuso, anche di domenica e nei giorni festivi. Cosa ha portato, dunque, questo luogo di cultura al nostro bel Centro storico?” – si chiede Bartucci.


“Nulla, o quasi, la risposta: non ha svolto il ruolo che gli competeva, ovvero di attrarre visitatori che con la loro presenza avrebbero potuto dare anche un contributo alla valorizzazione dell’ormai desolato borgo; non ha lavorato in sintonia con gli altri due Musei presenti; non ha organizzato visite di studenti, per avvicinarli all’arte pittorica in genere - afferma ancora.

Secondo Mario Bartucci, quindi, “oggi è giunto il momento di cambiare registro e affidare al vecchio Maniero un compito ancora più importante. L’idea potrebbe essere quella di ospitare gli uffici di un settore comunale; di dedicare il grande e artistico Salone di rappresentanza a eventi e matrimoni; di prevedere, nella parte che un tempo accoglieva gli uffici tecnici comunali, un grande salone per tenervi le tesi di laurea dei vari corsi dell’Unversità di Arcavacata; di aprirvi un bar-edicola-tabacchi, per fornire quei servizi essenziali che oggi mancano del tutto sia ai visitatori, sia agli abitanti; di istituire un servizio di guide, sia per il Castello sia per le artistiche Chiese e per gli altri due Musei; e tanto altro ancora”.

Infine, la chiosa: “Rende deve svegliarsi e così pure l’Amministrazione comunale, che dopo quattro anni non è ancora riuscita a rimettere in moto il motore del nostro amato Centro storico. Il tempo a disposizione per farlo è ormai quasi terminato, si dia da fare il Sindaco Manna, altrimenti fra un anno ci penseremo noi. E si ricordi: Rende è dei rendesi e il Centro storico è il cuore di Rende”.