Scavi in piazza Garibaldi, Casapound: “restituire alla città i reperti”
“La storia non si insabbia” questo lo slogan di CasaPound sventolato da uno striscione che contesta le ultime vicende reggine inerenti gli scavi archeologici di Piazza Garibaldi.
“Non si può mettere in ‘pausa’ la consegna dei lavori alla città – dichiara Nicola Malaspina, portavoce di CasaPound Reggio Calabria – con questo striscione ribadiamo la mancanza di visione, di progettualità dell’amministrazione Falcomatà. In questi giorni si sono succeduti comunicati e interviste di Comune e Soprintendenza ma da quelle parole non è emerso nulla di concreto. Non basta affermare che la scelta di interrare sia provvisoria e adatta alla tutela degli scavi. Scavi che invece da ben due anni sono esposti all’acqua e al vento, scambiati per una discarica per la raccolta di immondizia e siringhe in una piazza fatiscente, ricettacolo di prostituzione, spaccio e accattonaggio”.
“Quanto tempo si dovrà attendere perché sindaco e Soprintendenza decidano come restituire alla città quei reperti dal valore storico immenso? I soldi stanziati dove sono finiti? – prosegue Malaspina - la lungimiranza di un’Amministrazione che pensa di poter creare parcheggi sotterranei all’avanguardia in una città ad alto rischio sismico la dice lunga e ci aveva già preoccupati. Ma è mai possibile che a questa Giunta non sia mai venuto in mente che scavando, come è sempre accaduto, una Reggio migliore, sotterranea, avrebbe voluto far riemergere antichi splendori? A Reggio Calabria sappiamo bene, che, soprattutto nelle zone del centro storico, ovunque si scavi qualcosa è pronto ad emergere, e non ci riferiamo certo all’incapacità dell’Amministrazione in carica, alla quale consigliano, in questi mesi che ci separano dalle elezioni, di evitare altre gaffe e di limitarsi all’ordinario”.
Conclude Malaspina: “sarebbe meglio stavolta dire alla città cosa davvero è andato storto perché la storiella del coprire in modo provvisorio per non danneggiare non regge alla luce dei due anni in cui gli scavi sono stati alla mercé degli agenti atmosferici e dell’inciviltà di alcuni reggini. E’ mai possibile che in questo tempo non siano stati capaci di decidere come rendere fruibili gli scavi? Come valorizzarli? Una città turistica e metropolitana può mai avere tempi così vergognosamente lunghi per progettare qualcosa di così semplice, con denaro già stanziato a disposizione? Aspettando che la verità si palesi, auspichiamo che i danni di questa amministrazione nefasta davvero vengano sotterrati presto, liberando la città da chi l’ha ridotta a una latrina”.