Presentazione del libro di Felice Foresta
Si terrà al Salone Internazionale del Libro di Torino, l’undici maggio alle 18.30 (Stand della Regione Calabria - Pad. 3 U101), la presentazione del nuovo romanzo dell’autore catanzarese Felice Foresta dal titolo “Lungo il Sentiero delle Trasparenze”, Tralerighelibri editore.
Foresta, di professione avvocato con la passione per la scrittura, è alla sua seconda opera. Nel 2015, infatti, ha già pubblicato, con la stessa casa editrice, il romanzo “Il faggio che sposò la luna” con cui ha conseguito anche qualche riconoscimento su scala nazionale.
“Questa volta, però, per una circostanza fortunata - ci spiega l’autore - la pubblicazione del romanzo è avvenuta proprio a ridosso del Salone del Libro e sono davvero felice della possibilità concessami di presentarlo a Torino che è sempre vetrina prestigiosa e dall’atmosfera unica. Anche se - prosegue Felice Foresta - spero di presentarlo al più presto a Catanzaro, la mia città, e in Calabria, la mia terra, che stanno vivendo un fermento culturale inimmaginabile fino a qualche anno fa e, soprattutto, di grandi contenuti.”
“Lungo il sentiero delle trasparenze” è un cammino che si snoda lungo un percorso che è anche fisico ma, soprattutto, di ricerca intima. Dare un volto a una sagoma di carta per l’autore è, infatti, un po’ giocare con l’anima. Quella di chi racconta, cercando di restituire concretezza all’evanescenza dei ricordi, dei volti e delle emozioni che riemergono dal coacervo della propria memoria. Quella di chi legge e vede sfilare i grandi temi con cui, almeno una volta nella propria vita, ha dovuto fare i conti. Primo sugli altri quello della presenza-assenza di quanti, a noi cari, vengono strappati alla dimensione dell’oggi.
Trasparenze del presente le chiama Federico Forster, il protagonista e l’io narrante. Sotto la spinta prepotente di un incontro casuale, Federico intraprende, in una sorta di personale iniziazione all’età adulta, un viaggio duplice e inconsapevole. Nello spazio annegato nel sole, o grigio di una nebbia testarda, e nel tempo. A prendere corpo è, così, un’idea di persona, un fratello del padre morto quando lui era ancora in fasce, la cui assenza ha tacitamente segnato – come scoprirà nel lento dispiegarsi di un accidentato percorso di ricostruzione – ogni tappa del suo vivere.
Federico, improvvisandosi a investigare tra pochi e smozzicati indizi, raccoglie, allora, dalle voci riflesse dei testimoni dell’epoca solo scaglie di verità, sufficienti, però, a ricomporre il ritratto di un uomo qualunque, in apparenza, un medico come tanti nell’Italia in bianco in nero del dopoguerra. Un uomo che, come pochi, negli anni incerti della rinascita ha saputo imprimere il sigillo indelebile di una purezza d’animo e di una bontà inusitata a ogni incontro fatto, a ogni relazione intrecciata e, sopra a ogni cosa, alla propria professione, scelta con la coriacea determinazione dei bambini e perseguita con l’ostinata caparbietà tipica solo degli uomini del Sud. Amata al punto tale da farne un’autentica missione di vita.
Intorno a lui, la “danza” degli altri personaggi, di ieri e di oggi, che, riemergendo dalle pieghe di un passato sempre vivido o incrociando, anche solo per poco, nel presente narrativo, il cammino di Federico, si fanno portatori di un mondo di valori universali e senza tempo. La potenza suggestiva dei libri, l’indomita lealtà nell’amicizia, la sacralità del lavoro, la salda compattezza della famiglia, la voglia di vita da tutti riconosciuti quale unico “gancio” calato dall’alto e capaci di colmare il vuoto delle tante trasparenze che popolano l’esistenza di ognuno. E, in penombra, la forza di un amore saldato come i pezzi di una parola, la CHI e la RHO, le sillabe di un cristogramma, che a separarli non ci riesci anche quando hanno il respiro del dolore.