I Normanni e la Calabria al centro di un incontro all’università Magna Graecia
I Normanni furono certamente i più grandi ed estrosi condottieri scesi dal Nord d’Europa per rimodulare il governo, la cultura e i costumi in Calabria e nel Mezzogiorno a partire dall’XI secolo. A ricostruire le tappe del loro itinerario è stato Saverio Montebianco Abenavoli - già direttore del reparto di Epatologia presso l'Azienda Mater Domini di Catanzaro – che, oltre a prestigiosi saggi scientifici, da cultore di storia medievale si è dedicato alla ricerca storica e allo studio dell’affascinante epopea dei Normanni analizzando tantissime fonti e raccogliendo una ricca documentazione storica.
I saggi dell’autore sono stati al centro della conferenza promossa dall’Università Magna Graecia di Catanzaro – Dipartimento di scienze giuridiche – alla presenza di Lorenzo Sinisi, ordinario di Storia del diritto medievale e moderno, a cui ha portato i propri saluti anche il rettore Giovambattista De Sarro il quale ha sottolineato l’importanza di un lavoro di ricerca utile a far riscoprire e conoscere un pezzo importante di identità storica poco conosciuto dai calabresi.
Oggi, alla vigilia degli ottanta anni, Abenavoli ha dato alle stampe per la casa editrice La Rondine di Catanzaro il volume “La Prima Conquista Normanna della Puglia, Melfi capitale (I Principi Avenel Dregont e l’Onore del Monte San Michele Arcangelo)”. Il saggio fa seguito alle precedenti pubblicazioni “I Normanni in Calabria, Mileto capitale” (2015) e “I Normanni: mille anni di memorie storiche e genealogiche della prima dinastia normanna nell’Italia meridionale (1030-1160) degli Avenel Drengot” (2014).
Abenavoli ricorda che le regioni del Mezzogiorno da secoli erano dominate da bizantini, arabi e longobardi, questi ultimi presenti in gran parte anche in Calabria. “Quei barbari geniali come li definì il grande statista Winston Churchill – spiega l’autore - dominarono la scena europea, che fu illuminata dalle loro competenze giuridiche, correlate al tecnicismo amministrativo e alla saggezza nel dialogare con genti, popoli e civiltà di razze diverse e di lingue differenti”. La ricognizione storica si incentra, quindi, sui principi Drengot, che a partire da Capua ed Aversa con Riccardo I, facendo leva sui monaci benedettini, si estesero in Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia, dove Palermo sarebbe divenuta la capitale del Regno Normanno con Ruggero II D’Altavilla.
Il saggio di Abenavoli si propone di arricchire le conoscenza storica, specialmente delle nuove generazioni, in modo che non vada disperso il racconto di queste memorabili imprese: “Da calabresi - evidenzia l’autore – non possiamo dimenticare che i Normanni fecero del Sud il centro del Mediterraneo e il punto di riferimento della politica europea. In un’epoca che appare stanca e senza ideali è importante riscoprire la storia di coloro che si adoperarono per regalare all’Europa e al mondo una nuova visione di Stato ed una nuova interpretazione dei valori umani”.