Autobomba Limbadi: la salma di Matteo torna alla famiglia
La salma di Matteo Vinci, biologo 43enne, morto il 9 aprile scorso nell'esplosione di un'autobomba a Limbadi (LEGGI), è tornata alla famiglia.
Non è ancora stata fissata una data per i funerali poiché si attendono risultati dagli esami autoptici e medico-legali utili per lo sviluppo delle indagini nonché il ritorno a casa del padre Francesco, rimasto gravemente ferito nell'attentato, e attualmente ricoverato nel centro Grandi ustioni dell'ospedale di Palermo.
Intanto, il legale della famiglia, Giuseppe De Pace, continua a chiedere di una scorta per la mamma di Matteo, Rosaria Scarpulla, soprattutto dopo il bastone ritrovato all’ingresso del terreno di proprietà della famiglia Vinci.
De Pace non ha dubbi: “è un altro avvertimento mafioso trasmesso in maniera plateale ed eclatante”. Il messaggio è duplice: “Da una parte – spiega – significa che qui comandano loro e dall’altra è che con quel bastone faranno carne da macello come hanno già fatto nei confronti di Matteo, il figlio della signora Rosaria”.
Il legale non demorde poiché per lui la donna, per tutti “madre coraggio” per via delle sue denunce pubbliche contro i Mancuso, va messa sotto scorta prima che sia troppo tardi.
“Da due mesi – precisa l’avvocato – stiamo girando le sette chiese per chiedere che sia assegnata una scorta che possa proteggere la sua vita che oggi è in grave pericolo. Un pericolo concreto, imminente, attuale. Lo hanno dimostrato i fatti pregressi, quelli correnti e in maniera plastica ciò che è accaduto ieri”.