Garante diritti detenuti. Ruffa sospende sciopero: “Sostegno Stando ci rende orgogliosi"
Dopo essere intervenuto al Congresso dell’Associazione Radicale Nonviolenta “Abolire la miseria - 19 maggio” il politologo Antonio Stango, in qualità di presidente della Federazione Italiana Diritti Umani-Comitato di Helsinki non ha fatto mancare il suo sostegno lanciando un appello: "Al Consiglio Regionale e al suo Presidente, Nicola Irto, chiediamo di eleggere il garante dei detenuti nei tempi più brevi affinché si realizzi un istituto fondamentale non solamente per la dignità e spesso la vita delle persone a vario titolo private della libertà, ma anche per favorirne il recupero e il reinserimento sociale”.
Con queste parole il Presidente Stango a voluto dare il suo contributo alla battaglia che “Abolire la miseria” ha intrapreso da diversi mesi (e conta di proseguire nel futuro avendola messo al centro della propria azione politica) per l’elezione del “garante delle persone private della libertà” (L.R. 1/2018).
In risposta alle parole del Presidente della FIDU, l'ing. Ruffa, componente del Comitato Nazionale di Radicali Italiani -che da tesoriere della associazione radicale "Abolire la misera - 19 maggio" sta portando avanti questa battaglia da mesi con uno sciopero della fame a staffetta (4 giorni a settimana) e della sete (per un giorno alla settimana) sottolinea come: “Il sostegno pervenuto della Federazione Italiana dei Diritti Umani attraverso le parole del suo Presidente, ci rende molto orgogliosi e ci convince ancor di più - se ce ne fosse bisogno - di aver intrapreso la giusta strada. E per salutare le parole di sostegno del Presidente Stango, sospendo dalla mezzanotte di oggi 1 Giugno - lo sciopero della fame (e della sete) fino alla prossima settimana. E lo facciamo non smettendo di chiedere al Presidente Irto di adoperarsi a far osservare la Legge che lui stesso ha presentato e perorato affinché fosse approvata.”
“Da anni - prosegue Ruffa - lottiamo con l'arma della nonviolenza perché l’Ordinamento Penitenziario venga riformato e ora attendiamo che il Governo e la nuova maggioranza che lo sostiene completino la riforma di cui alla Legge 103 del 2017 con l'emanazione dei decreti attuativi ".
È l'attuale Ordinamento Penitenziario infatti a prevedere l'esistenza dei garanti in tutte le regioni. Spiega Ruffa nel suo comunicato: "Se l’art. 35 della Legge 354/75 stabilisce che i detenuti hanno il Diritto di rivolgere “istanze o reclami orali o scritti [...] ai garanti regionali o locali dei diritti dei detenuti” in una Regione come la Calabria dove il garante non viene colpevolmente eletto dal Consiglio Regionale come possono i detenuti esercitare questo loro diritto?". E non è soltanto la Legge che riforma l'Ordinamento Penitenziario a non essere attuata; come rileviamo da mesi e ora a farlo è anche la federazione per i diritti umani, pure la nostrana legge (Legge Regionale n. 1/2018 - ndr) che istituisce il garante dei diritti dei detenuti è rimasta lettera morta. Si prevede, all’articolo 3, che l’avviso pubblico per la presentazione delle candidature a questo incarico sia ‘pubblicato entro trenta giorni dall'entrata in vigore’, ma ad oggi tale avviso non è mai stato nemmeno emanato".