Tutto pronto per la presentazione del nuovo romanzo di Felice Foresta
Verrà presentato nella Biblioteca Comunale “F. De Nobili” di Catanzaro, in Villa Margherita, il nuovo romanzo di Felice Foresta dal titolo “Lungo il Sentiero delle Trasparenze”. La presentazione, che si terrà il 15 giugno alle ore 17.30, prevede la presenza di Raimonda Bruno, Docente di letteratura. Interverranno Andrea Giannasi, Editore, e Nunzio Belcaro, Libraio. Mariarita Albanese e Salvatore Venuto del Teatro di Calabria leggeranno alcuni passi del libro.
Felice Foresta, di professione Avvocato, è alla sua seconda opera. Nel 2015, infatti, ha già pubblicato, con la stessa casa editrice, il romanzo “Il faggio che sposò la luna” con cui ha conseguito anche qualche riconoscimento su scala nazionale. Lo scorso 11 maggio “Lungo il Sentiero delle Trasparenze” è stato presentato a Torino al Salone Internazionale del Libro.
“La presentazione al Salone del Libro di Torino - ci dice l’autore - è un’emozione straordinaria per chi ha la passione della scrittura e della lettura. Solo adesso, però, che avrò l’opportunità di parlare del nuovo romanzo nella mia Catanzaro, davanti ai miei amici e ai miei concittadini, posso dirmi davvero felice. Catanzaro, la mia città, come la Calabria, la mia terra, oggi vivono una sorta di strano limbo. Da un lato, continuano ad essere assediate da problemi di ogni natura che pare siano inespugnabili, dall’altro verso, però, sono in grado di declinare un fermento culturale inimmaginabile fino a qualche anno fa e, soprattutto, di grandi contenuti. Ed è questo un patrimonio che non può e non deve essere disperso, ma deve costituire la piattaforma di un autentico scatto d’orgoglio per tutti i calabresi chiamati a ritrovare un senso di appartenenza ed una responsabilità sociale da tempo dileguatisi”.
“Lungo il sentiero delle trasparenze” è un cammino che si snoda lungo un percorso che è anche fisico ma, soprattutto, di ricerca intima. Dare un volto a una sagoma di carta per l’autore è, infatti, un po’ giocare con l’anima. Quella di chi racconta, cercando di restituire concretezza all’evanescenza dei ricordi, dei volti e delle emozioni che riemergono dal coacervo della propria memoria. Quella di chi legge e vede sfilare i grandi temi con cui, almeno una volta nella propria vita, ha dovuto fare i conti. Primo sugli altri quello della presenza-assenza di quanti, a noi cari, vengono strappati alla dimensione dell’oggi.
Trasparenze del presente le chiama Federico Forster, il protagonista e l’io narrante. Sotto la spinta prepotente di un incontro casuale, Federico intraprende, in una sorta di personale iniziazione all’età adulta, un viaggio duplice e inconsapevole. Nello spazio annegato nel sole, o grigio di una nebbia testarda, e nel tempo. A prendere corpo è, così, un’idea di persona, un fratello del padre morto quando lui era ancora in fasce, la cui assenza ha tacitamente segnato – come scoprirà nel lento dispiegarsi di un accidentato percorso di ricostruzione – ogni tappa del suo vivere.
Federico, improvvisandosi a investigare tra pochi e smozzicati indizi, raccoglie, allora, dalle voci riflesse dei testimoni dell’epoca solo scaglie di verità, sufficienti, però, a ricomporre il ritratto di un uomo qualunque, in apparenza, un medico come tanti nell’Italia in bianco in nero del dopoguerra. Un uomo che, come pochi, negli anni incerti della rinascita ha saputo imprimere il sigillo indelebile di una purezza d’animo e di una bontà inusitata a ogni incontro fatto, a ogni relazione intrecciata e, sopra a ogni cosa, alla propria professione, scelta con la coriacea determinazione dei bambini e perseguita con l’ostinata caparbietà tipica solo degli uomini del Sud. Amata al punto tale da farne un’autentica missione di vita.
Intorno a lui, la “danza” degli altri personaggi, di ieri e di oggi, che, riemergendo dalle pieghe di un passato sempre vivido o incrociando, anche solo per poco, nel presente narrativo, il cammino di Federico, si fanno portatori di un mondo di valori universali e senza tempo. La potenza suggestiva dei libri, l’indomita lealtà nell’amicizia, la sacralità del lavoro, la salda compattezza della famiglia, la voglia di vita da tutti riconosciuti quale unico “gancio” calato dall’alto e capaci di colmare il vuoto delle tante trasparenze che popolano l’esistenza di ognuno. E, in penombra, la forza di un amore saldato come i pezzi di una parola, la CHI e la RHO, le sillabe di un cristogramma, che a separarli non ci riesci anche quando hanno il respiro del dolore.