Tangenti in cambio di favori e multe di autovelox annullate, cinque arresti
Ci sono anche un imprenditore di Montalto Uffugo e un imprenditore di Cosenza tra le persone arrestate questa mattina dalla Polizia di Matera nell'ambito di un'indagine che, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo della Basilicata, ha messo in luce un sistema di corruzione intorno ad una presunta truffa sull'uso degli autovelox e sulla gestione delle conseguenti multe.
I particolari sono stati forniti questa mattina in una conferenza stampa cui hanno partecipato il Vice Questore Fulvio Manco e il Procuratore Capo del Tribunale di Matera Pietro Argentino.
Sono cinque le persone arrestate - in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare disposta dal Gip Angela Rosa Nettis - e accusate a vario titolo di concussione per induzione, corruzione e truffa aggravata.
In carcere è finito Giovanni Sanchirico, 64enne comandante della Polizia Locale di Tursi mentre sono agli arresti domiciliari un imprenditore 46enne; Maria Rubolino, 47enne, residente a Nova Siri e compagna di Sanchirico; Egidio Siepe, 59enne residente a Rocca Imperiale e dipendente della Beta Professional Consulting srl; e Antonio Iantorno, 52enne, collaboratore di Chiappetta e intermediario tra il Comandante di Polizia Locale e l’imprenditore.
L’indagine, in cui sono indagate in tutto 17 persone, è stata denominata Velomatic, è partita dalle investigazioni avviate dopo l’incendio di una BWM intestata ad un dipendente dell’ufficio tecnico del Comune di Scanzano.
A seguito del ritrovamento dell’auto la Procura ha disposto l’avvio delle intercettazioni telefoniche ed una in particolare sarebbe stata utile per avviare questa seconda inchiesta, la “Velomatic”.
La telefonata “galeotta” sarebbe quella tra il Comandante della Polizia Locale di Tursi, Sanchirico e una vigilessa del Comune di Scanzano. Nella conversazione Sanchirico avrebbe spiegato come funzionava il sistema di autovelox forniti dalla Beta Professional Consulting srl e l’affare che avrebbe consentito di annullare le multe in cambio di ricompense, favori o denaro.
Prima di eseguire gli arresti, all’alba di questa mattina, nel mese di gennaio la Polizia aveva già perquisito l’azienda Beta Professional sequestrando telefoni, server e computer aziendali.
“Velomatic” avrebbe ora individuato due tipi di reato: uno legato alle presunte tangenti elargite al Comandante dall’imprenditore che avrebbe fornito gli autovelox e l’altra legata all’annullamento delle multe, per le quali l’imprenditore avrebbe incassato un euro per ogni multa annullata dal Comando di Polizia Locale.
Sono state eseguite tra le 13 mila e le 15 mila multe nel periodo preso in considerazione gli investigatori ritengono che sono stati incassati almeno 5 mila euro.
Per quanto riguarda la tangente incassata su una cifra che poteva variare tra i 1000 e i 2400 euro per ogni autovelox l’imprenditore avrebbe versato al Comandante della Polizia Locale 391 euro.
Il Comandante avrebbe inoltre incassato il denaro attraverso dei bonifici versati sul conto corrente della compagna, che è oggi finita ai domiciliari. Oppure avrebbe preteso delle ricompense o dei favori che andavano da un carico di legna e alla promessa di un’assunzione del futuro genero.
Le intercettazioni telefoniche disposte dall’Autorità giudiziaria per la prima indagine avrebbero quindi rivelato un sistema di corruzione che avrebbe visto il coinvolgimento dell’imprenditore calabrese, Ottavio Chiappetta e del Comandante Sanchirico.
Sarebbe emerso così che Chiappetta, che fornisce apparecchiature di rilevazione della velocità e servizi di gestione delle contravvenzioni al Codice della Strada, avrebbe versato un euro al Comandante della Polizia Locale di Tursi per ogni contravvenzione elevata con le sue apparecchiature.
Il Comandante avrebbe a sua volta contattato colleghi dei comuni vicini per convincerli ad accettare l’“offerta” dell’imprenditore calabrese.
La sua proposta però non sarebbe stata raccolta dai suoi colleghi, anzi uno dei Comandanti contattati, comprendendo che quanto spiegato configurasse un reato, aveva deciso di registrare il contenuto della conversazione.
Le indagini hanno inoltre messo in luce un sistema di annullamento delle multe promosso dallo stesso Comandante che con il sistema informatico di gestione delle contravvenzioni fornito dallo stesso imprenditore, avrebbe fatto risultare come pagate multe di fatto non saldate.
In compenso, il Comandante si sarebbe fatto dare dai trasgressori una somma in danaro, una sorta di “sconto” considerevole dell’importo della multa, o un’altra utilità tra cui – come dicevamo - la promessa di assunzione del futuro genero, ecc.
Per il pagamento delle “tangenti” e per l’illecito annullamento di verbali già elevati l’imprenditore si sarebbe avvalso dei suoi collaboratori Antonio Iantorno di 52 anni e Egidio Siepe di 58, che le versavano sul conto corrente intestato alla compagna del Comandante, Maria Rubolino di 47 anni.